giovedì 13 giugno 2013

Teoria dei molti mondi

"Forse": la parola è come quel piccolo bivio nella realtà che si apre quando viene eseguita una misurazione di tipo quantistico. Ogni volta che misuriamo la posizione o la velocità di una particella elementare, l'altro specifico diventa, per il principio di indeterminazione di Heisenberg, inconoscibile. La "funzione d'onda" della particella collassa. Il nostro universo è quello che contiene la nostra osservazione. Ma, sostengono alcuni teorici del cosmo, il sistema - che contiene la particella, l'apparato per la misurazione, e l'osservatore - continua a esistere in altri possibili stati, in universi paralleli biforcatisi al momento della misurazione. E' la cosiddetta "teoria dei molti mondi". Intellettualmente ripugnante, certo, ma non per questo necessariamente falsa. La verità può essere intellettualmente ripugnante. Dalle medesime teorie quantistiche, tutte da verificare, deriva la possibilità che il nostro universo, nato dal niente, sia stato spinto istantaneamente, dalle proprietà di revisione gravitazionale di un vuoto "falso", verso un espansione così mostruosa che i veri limiti dell'Universo sono molto oltre la materia di cui oggi possiamo accertare l'esistenza con i nostri telescopi più potenti.

L'ipotesi degli eventi e delle linee di vita parallele rimette in discussione la concezione della storia lineare e progressiva.

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