sabato 17 luglio 2021

AQUARIUS/LET THE SUNSHINE IN – The 5th Dimension

"This is the dawning of the age of Aquarius", l'albeggiare  dell'era dell'Acquario diventa musical ed è boom. Hair apre off-Broadway nel '67. Nel '68 è promosso al Bitmore dove si faranno 1.742 rappresentazioni. Solo due spettacoli teatrali, nella storia, hanno avuto un disco primo in classifica: Hello Dolly, con Louis Armstrong   e Hair, con i FIFTH DIMENSION di Aquarius/Let The Sunshine in. Risulterà il disco più venduto di tutto il '69 e sarà 11° in Gran Bretagna. Vincente è l'idea di unire due brani. Hair rappresenta la speranza, racconta infatti che alla fine del 20° secolo il mondo uscirà dalla costellazione dei Pesci, un'era buia che ha portato fame, guerre e miseria; si entrerà nell'Acquario: un millennio di umanità, amore e luce. Nel '79, Milos Forman userà questo brano nella colonna sonora del film Hair.
Quando la Luna entrerà nella Settima Casa
e Giove si allineerà con Marte 
allora sarà la pace a guidare i pianeti
e sarà l'amore a guidare le stelle

Sta sorgendo l'era dell'Acquario
l'era dell'Acquario
Acquario! Acquario!

Ci saranno in abbondanza armonia e comprensione
tolleranza e verità
non più ipocrisia e scherno.
I nostri sogni e i nostri ideali diventeranno reali
Una rivelazione mistica, limpida come il cristallo
ed una vera liberazione della mente.
Acquario! Acquario!

Quando la Luna entrerà nella Settima Casa
e Giove si allineerà con Marte
allora sarà la pace a guidare i pianeti
e sarà l'amore a guidare le stelle

Sta sorgendo l'era dell'Acquario
l'era dell'Acquario
Acquario! Acquario!

Mentre i nostri cuori battono per tutta la notte
balliamo fino al sorgere del giorno
per essere i portatori dell'acqua
la nostra luce indicherà la via

Noi siamo l'energia interna dell'era dell'Acquario
l'era dell'Acquario
Acquario! Acquario!

Ci saranno in abbondanza armonia e comprensione
tolleranza e verità
non più ipocrisia e scherno.
Una pura illuminazione
sorgerà fiammeggiante tra le costellazioni
viaggiando lungo le nostre rotte tra le stelle
guidata da forze cosmiche.
Oh, abbi cura di noi, Acquario

Fai entrare la luce del sole splendente 
Fai entrare la luce del sole splendente
La luce del sole splendente

Fai entrare la luce del sole splendente
Fai entrare la luce del sole splendente
La luce del sole splendente
Un vento in technicolor inonda le strade d'America nella
Summer Of Love del 1967. L'attrice Barbara Perkins, reduce dalle prestazioni ad alto tasso emotivo di Peyton Place si scatena nel film Valley Of The Dolls, dove sfoggia abiti dalle truci texture psichedeliche, con fiori e onde cromaticamente spinte. E la moda la segue. Visivamente è tutto un germogliare dello spirito flower power in giro per le strade. Pace e amore per tutti, punto di partenza: San Francisco. Sulla costa est arriva l'eco e anche Broadway resta travolta: arriva in scena Tribal  LoveRock Musical. A off Broadway, nell'ottobre 1967, va in scena per la prima volta Hair, un  musical dedicato agli hippie e ai loro sogni. Viene stroncato dai critici, ma quando viene ampiamente rimaneggiato per il debutto nella Broadway che conta, il 29 aprile 1968, il successo è enorme. Hair diventerà uno dei musical più di successo dell'epoca, con 1742 repliche, l'ultima delle quali nel 1972. La canzone guida è Aquarius, in medley con Let The Sunshine In. Al tempo, era convinzione diffusa che, dal punto di vista astrologico, ci si stesse avvicinando alla cosiddetta era dell'Acquario, un periodo felice di amore, illuminazione e fraternità, proprio tutto ciò che aspettavano gli hippie. In realtà l'era dell'Acquario è cominciata il 14  febbraio 2009 e a giudicare da come vanno le cose non sembra sia esattamente l'era della felicità prevista. Il pezzo, inciso dai 5th  Dimension, un  gruppo popolare nella scena musicale del periodo, si aggiudicherà  due Grammy.


lunedì 5 luglio 2021

ALLONSANFAN – Paolo e Vittorio Taviani

L'azione si svolge in Italia all'epoca della Restaurazione, nel  1816. Fulvio Imbriani, un intellettuale aristocratico membro di una setta rivoluzionaria (quella dei Fratelli Sublimi), tradisce i suoi compagni di lotta, i quali finiscono massacrati  proprio dai contadini meridionali che avrebbero voluto guidare in una sollevazione popolare. Lo stesso Fulvio viene coinvolto dal proprio tradimento e ucciso. Rimane unico superstite Allonsanfan, figlio del «Grande Maestro» della setta. 

Adesso il momento è di ripensamento,  di riflessione critica: forse abbiamo rinunciato a troppo, buttato  via troppe idee ancora valide. Non ci castriamo, non ci rinneghiamo:  tutte le avanguardie hanno sempre fatto due passi avanti e uno indietro. In questo film noi recuperiamo lo spettacolo, il personaggio. È un apologo politico; la politica è oggi il problema centrale, essenziale quanto la ricerca  di Dio per altri periodi storici. Chi abbandona la propria classe per affiancarsi al popolo nella lotta rivoluzionaria, può tornare indietro soltanto a prezzo della degradazione e morte di se stesso. in Allonsanfan non esiste il celeste, colore della felicità, Mastroianni ha sempre addosso qualcosa di  giallo: perché giallo è il colore della peste del tradimento. (Paolo e Vittorio Taviani, in "La  Stampa”, 17 ottobre 1973) 

I Taviani hanno acutamente attribuito il  tradimento di Fulvio alla nostalgia per un modo di vita edonistico,  da «particulare» guicciardiniano che, in un paese come  l'Italia, alla cui bellezza, dolcezza  e sensualità bisogna attribuire un'importanza addirittura storica, costituisce da sempre l'alternativa nazionale all'impegno politico. Un po' scherzando, si potrebbe dire che quello di Fulvio è un tradimento all'italiana. E anche all'italiana è lo sfondo a questo tradimento fatto di sensualità, di velleità e di fiacchezza, nel quale gli atti non corrispondono alle parole ma le parole    continuamente illudono di essere ca-paci di agire: uno sfondo melodrammatico da grande opera dell'Ottocento, in cui il nostro misero Risorgimento si trasforma, un po' alla maniera di Visconti in Senso,  in grandioso spettacolo. I  Taviani hanno sentito forse il pericolo della soluzione neoromantica e l'hanno contaminata con distanze ed estraniamenti assai efficaci di tipo rechtiano e didattico che, alla fine, riconducono il film nei limiti della riflessione politica. (Alberto Moravia, in “L'Espresso”, 29 settembre 1974)