domenica 28 giugno 2015

QUELLI CHE CI SONO SEMPRE (il prezzemolo umano)

Tutti conoscono quelli che ci sono sempre. Sono apprezzati e detestati come tutti quelli che si prendono cura e rimangono laddove tutti gli altri vivono e passano (il parroco, l'infermiera, la maestra, gli anziani, il farmacista). Sono il falso specchio della libertà, loro, gli assidui, gli schiavi di una servitù inedita che li illumina di una luce splendente: i combattenti, gli irriducibili, i senza privato, i senza pace. La rabbia per combattere, finiscono col trovarla nelle loro vite mutilate; attribuiscono le ferite ad una lotta nobile e immaginaria, mentre si sono feriti da soli allenandosi allo sfinimento. In verità, non hanno mai avuto la possibilità di scendere su un campo di battaglia: il nemico non li riconosce, li prende per un semplice disturbo, con la sua indifferenza li spinge alla follia, all'ordinaria insignificanza, all'offensiva suicida. L'alfabeto del potere non ha lettere per ricordarsi del loro nome; per il potere sono già scomparsi, ma resistono come fantasmi insoddisfatti. Sono morti e si sopravvivono nel transito dei visi che li attraversano, sui quali hanno più o meno presa, con i quali dividono la tavola, il letto, la lotta, finché i passanti non partono, o restano spegnendosi, diventando gli inerti di domani.

(Tatto da ROMANZO IN POLVERE di Gepy Goodtime, edizioni La Paz, Caracas 1977)

domenica 21 giugno 2015

Le strutture statali creano oppressione

Bakunin critica la visione mazziniana dello Stato in quanto forma di teologia politica: il suo progetto rivoluzionario non consiste nella semplice divisione tra Stato e Chiesa, ma nel loro annullamento in quanto entità dominatrici sulle masse popolari.
Le strutture statali creano oppressione, sono contrarie alla natura dell'uomo che non può fare a meno di vivere insieme agli altri suoi simili, essendo un essere sociale. Bakunin mira alla costituzione del comune popolare, in cui ogni cittadino sia libero di esprimere se stesso e le proprie qualità, contribuendo al libero progresso della collettività.
Sono questi i principi che l'anarchico russo ha sottolineato nel 1866 a Ginevra, in occasione del Congresso Internazionale dei lavoratori: "Distruggere l'influenza di ogni dispotismo in Europa, mediante l'applicazione del diritto di ogni popolo, grande o piccolo, debole o potente, civile o non civile, di disporre di se stesso e di organizzare spontaneamente, dal basso in alto attraverso la via di una completa libertà, al di fuori d'ogni influenza e d'ogni pretesa politica o diplomatica, indipendentemente da ogni forma di stato, imposta dall'alto in basso, da un'autorità qualunque, sia collettiva, sia individuale, sia indigena, sia straniera, e non accettando per basi e per leggi che i principi della democrazia socialista, della giustizia e solidarietà internazionale".

domenica 14 giugno 2015

PERRY BRADFORD

"Ci sono quattordici milioni di neri nel nostro grande paese, e questi neri compreranno dei dischi se questi dischi saranno incisi da uno dei loro, perché alla fine dei conti noi siamo i soli a saper cantare e interpretare correttamente dei pezzi di hot jazz"
Perry Bradford, compositore attivo, band leader, pianista e cantante, con un tocco di cantilena cittadina nel gergo che usava, attaccava bottoni ai funzionari delle case discografiche bianche e li tormentava, deciso a far uscire un disco con una delle sue canzoni interpretate da un cantante di colore. La persona che finalmente riuscì a persuadere fu Fred Hagar della Okeh Records, il quale, a quanto si diceva, aveva ricevuto lettere minatorie scritte da gruppi di pressione del nord e del Sud, che lo avvertivano che fare incidere delle ragazze di colore, avrebbe portato a un boicotaggio dei fonografi e dei dischi Okeh.
"Dio benedica il signor Hagar, perché, con tutte quelle minacce, ci voleva un uomo dai nervi saldi e con un bel fegato per liquidare quei gruppi influenti e prendere la storica decisione che doveva avere un'eco mondiale". Hagar scardinò la vecchia porta del pregiudizio per far entrare la prima ragazza di colore, Mamie Smith, perché si potesse spremere tutta nella gran tromba del fonografo, e potesse urlare con la sua voce robusta di contralto la canzone That Thing Called Love.

That thing called love - money cannot buy,
That thing called love - will male you weep and cry.
Sometimes you're sad - romantic and glad,
The most wonderfull thrill - you ever had ...

(Quella cosa che si chiama amore - e che il denaro non può comprare / Quella cosa che si chiama amore - ti farà piangere e sospirare / A volte sei triste - sei romantico o allegro / E' l'emozione più bella - che hai avuto mai...)

lunedì 8 giugno 2015

I Punti di Resistenza

I punti, i nodi, i focolai di resistenza sono disseminati nel tempo e nello spazio con minore o maggiore densità, a volte modellano gruppi o individui in modo definitivo, accendono punti del corpo, momenti della vita, tipi di comportamento. Grandi rotture radicali, grandi divisioni binarie o massicce? A volte. Ma più spesso abbiamo a che fare con punti di resistenza mobili e transitori, che introducono nella società sfaldature mobili, che rompono unità e producono raggruppamenti, che traversano gli individui stessi, ritagliandoli e rimodellandoli, e tracciano in loro, nel loro corpo e nella loro anima, regimi irriducibili. Proprio come la rete di relazioni di potere finisce per formare un tessuto spesso che attraversa i dispositivi e le istituzioni, senza localizzarsi precisamente in esse, allo stesso modo il disseminarsi dei punti di resistenza attraverso le stratificazioni sociali e le unità individuali. La codificazione strategica di questi punti di resistenza è ciò che rende possibile una rivoluzione.

martedì 2 giugno 2015

LA NUOVA BABILONIA di Grigorij Kozincev e Leonid Trauberg

Descrizione non illustrativa ma simbolica delle vicende della Comune parigina del 1871, dalla vittoria operaia alla restaurazione borghese. Il film si divide in otto capitoli: 1. la guerra, rappresentata attraverso una Parigi-mercato (opposizione borghesia/operai); 2. il ballo (borghesia/sua disfatta); 3. l'assedio di Parigi (tedeschi/lavoratori/soldati); 4. il 18 marzo 1871 (popolo/borghesia/esercito); 5. la Comune; 6. il 49° giorno di lotta (operai/soldati); 7- la pace e l'ordine (la rstaurazione borghese); 8. il tribunale (la fucilazione dei comunardi).

Prima di girare LA NUOVA BABILONIA abbiamo fatto un viaggio in Francia, siamo passati per Berlino, ed è ciò che abbiamo visto là, il confronto spietato delle classi, l'affermarsi del nazismo, che ha ispirato il nostro punto di vista del film.
(Dichiarazione di L. Trauberg rilasciata a Venezia nel maggio 1972)

Noi non abbiamo mai parlato di avanguardia. Noi dicevamo arte di sinistra.
(Dichiarazione di G Kozincev in AA. VV. "Cinema e avanguardia in Unione Sovietca" Officina Edizioni Roma 1975)

La storia, per Kozincev, è un qualcosa in cui di frequente "i conti non tornano" e "le motivazioni non valgono assolutamente niente", mentre è in corso un processo pauroso "in cui si perde tutto e non si acquista nulla" e dal quale nasce "l'embrione di un mondo in cui regnano gli oggetti, mentre l'uomo viene avvilito e umiliato".
(Giorgio Kraiski in AA.VV.  "Cinema e avanguardia in Unione Sovietca" Officina Edizioni Roma 1975)