martedì 25 aprile 2017

IL DOO-WOP di Ben E. King

"Non c'è niente al mondo come un gruppo doo-wop. Niente. Non ti fa mai sentire solo, perché con loro dividi la giornata; con il gruppo di successo dividi solo il successo. Certo, non solo quello, ma per quanto ti sforzi di tenere ben stretti l'innocenza a te, ecco che se ne va via tra un disco e l'altro. Con il doo-wop, l'unica preoccupazione era vincere le sfide con gli altri gruppi agli angoli delle strade di New York, perché così non avevi difficoltà a farti dare il numero di casa delle ragazzine che avevano assistito all'esibizione. La musica ti faceva sentire un ragazzo di New York, anche se venivi da molto lontano. I soldi non significavano nulla. Ambivi a diventare bravo come i Moonglows, perché, in quel caso, il vicinato sarebbe stato ai tuoi piedi. E in quegli anni il vicinato era tutto. La strada era la nostra vita. Sfidavamo ogni gruppo doo-wop dalla 116esima alla 109esima. Il responso finale lo dava il pubblico. La posta in palio era la felicità. Ti sentivi felice, in pace con il mondo. L'America era lì e potevi toccarla. 

mercoledì 19 aprile 2017

La perfetta libertà

“Se qualcuno indaga su quale libertà rivendichi, digli: «Io sono libero grazie alla mia verità. Nessun uomo e nessuna creatura può essermi d’ostacolo.»”
“Se ti domandano: «Qual è il fondamento della libertà e della verità, e come giungervi?», rispondi: «Io appartengo alla libertà di natura. La soddisfo in tutto ciò che esige da me e le concedo tutto a sufficienza.»”
“Se richiamo l’attenzione di una donna durante la più santa delle notti, placo in tal modo i miei appetiti senza il minimo scrupolo di coscienza. Non vedo alcun peccato in ciò, perché, grazie alla mia libertà di spirito, io sono un uomo secondo natura. È quindi mia prerogativa soddisfare liberamente le opere della natura.
“La perfetta libertà, eccola: tutto ciò che l’occhio vede e desidera, la mano l’ottenga! Se un ostacolo si erge davanti ad essa, che lo sopprima a buon diritto. Poiché, se un uomo tiene testa a ciò che lo contraria, la sua libertà non è intaccata.
“Fratello, quando colpisci chi ti colpisce, uccidi chi ti vuole uccidere, non averne cattiva coscienza, non confessarti ad un prete. Quello che hai ucciso, ti sei soltanto accontentato di rimandarlo al suo principio iniziale, da cui proveniva”. Una volta giunti a un simile grado di perfezione nella liberà, i fratelli che vivono nello spirito si trovano totalmente e corporalmente trasmutati: essi sono resi uno con Dio e Dio è totalmente e corporalmente con essi. A causa di una siffatta unione, gli angeli sono incapaci di distinguere, nello specchio della Trinità, fra Dio e l’anima che ha vissuto in libero spirito. 
(Fra Giovanni da Brunn, ex aderente al Libero Spirito)

mercoledì 12 aprile 2017

La Rivoluzione di Michail Aleksandrovic Bakunin

La rivoluzione ha come scopo la radicale dissoluzione di tutte le organizzazioni, e istituzioni religiose, politiche, economiche attualmente esistenti, in modo tale che non rimanga pietra su pietra, in Europa e nel resto del mondo, del presente ordine di cose fondato sulla proprietà, sullo sfruttamento e sul dominio.
Noi intendiamo la rivoluzione come un rivolgimento radicale, come la sostituzione di tutte senza eccezione le forme della vita europea contemporanea con altre nuove, completamente opposte.
Noi vogliamo distruggere tutti gli Stati e tutte le Chiese, con tutte le loro istituzioni e le loro leggi religiose, politiche, finanziarie, giuridiche, poliziesche, educative, economiche e sociali, cosicché milioni di esseri umani ingannati, tenuti in servitù, torturati, sfruttati, possano respirare in completa libertà.
Ponendo l'esclusione assoluta di ogni principio di autorità e di ragione di Stato, noi miriamo per conseguenza alla abolizione delle classi, dei ceti, dei privilegi e di ogni specie di distinzione e quindi, ancora una volta, all' abolizione,alla dissoluzione e alla bancarotta morale, politica, burocratica e giuridica dello Stato tutelare, trascendente, centralista, doppione e alter ego della Chiesa.

giovedì 6 aprile 2017

LA PASSEGGERA di Andrzej Munk

Liza, ex comandante SS in un lager durante l'ultima guerra, e ora tranquilla moglie di un ricco americano, durante una crocera in Europa riconosce sulla nave Marta, una prigioniera che aveva tentato di piegare alla morale disumana del lager. Raccontando al marito la vicenda che la lega a Marta, Liza rievoca la storia dapprima in modo palesemente falso e reticente, poi via via in un modo sempre più vero e preciso.

Ne La passeggera voglio dire che l'uomo non può sfuggire al suo passato, che egli è responsabile dei suoi atti davanti alla società e davanti alla sua coscienza. (Andrzej Munk, citato da P. Haudiquet in "Image et Son" n. 170-171, febbraio-marzo 1965)

La nozione di libertà subisce qui una sorprendente inversione. La polacca, benché prigioniera, apprezza più della vita la propria libertà di scelta, ultimo rifugio di questi esseri nudi, affamati e coperti di fango. Al contrario, Liza, la guardiana delle prigioniere, resta schiava del suo mondo fondato sulla dominazione, incapace di sottrarsi alle regole che giudica ingiuste e di affermare il valore di tali regole per asservire Marta. (Jerzy Plazewski, in "Anthologie du Cinéma" n. 22, febbraio 1967)