domenica 26 luglio 2015

ELEANOR RIGHBY The Beatles

La morte è un argomento che la musica pop di solito preferisce evitare. Quando ne ammette l'esistenza, o lo sterilizza con cori celestiali o lo tratta come una storiella di umorismo macabro. Di conseguenza, il triste decesso di una zitella in Eleanor Righby - per non dire della brutale immagine del prete che si ripulisce le mani dalla terra allontanandosi dalla sepoltura - fu nel 1966 un vero shock per gli ascoltatori di musica pop. Arrivando insieme al triste arrangiamento per ottetto di archi di George Martin, il suo impatto fu stupefacente. Spesso rappresentati come produttori di fantasticherie avulse dalla realtà, nei confronti della loro società i Beatles erano, nei loro momenti migliori, più penetranti e realisti di qualsiasi altro artista popolare del loro tempo.

Ah, guarda tutta la gente sola
ah, guarda tutta la gente sola.
Eleanor Righby raccoglie il riso nella chiesa
dove c'è stato un matrimonio,
vive in un sogno.
Aspetta alla finestra con indosso il viso
che tiene in serbo in uma caraffa vicino alla porta,
per chi lo fa?
Tutta la gente sola, da dove viene?
Tutta la gente sola, a chi appartiene?
Padre McKenzie scrive le parole di un sermone
che nessuno sentirà,
nessuno si avvicina.
Guardalo mentre lavora, e di notte quando non c'è nessuno,
si rammenda i calzini.
Di chi si preoccupa?
Tutta la gente sola, da dove viene?
Tutta la gente sola, a chi appartiene?
Ah, guarda tutta la gente sola
ah, guarda tutta la gente sola.
Eleanor Righby morì nella chiesa
e la seppellirono sotto una lapide con il suo nome
Nessuno venne.
Padre McKenzie si allontana dalla sepoltura
pulendosi le mani dalla terra.
Nessuno fu salvato.
Tutta la gente sola, da dove viene?
Tutta la gente sola, a chi appartiene?

domenica 19 luglio 2015

Lo Spirito Anarchico

L'anarchia, «è un' aspirazione umana, che non è fondata sopra nessuna vera o supposta necessità naturale, e che potrà realizzarsi secondo la volontà umana». Questa «aspirazione umana» si pone oltre ogni valenza razionale e teoretica perché deriva da «un sentimento, che è la molla motrice di tutti i sinceri riformatori sociali, e senza del quale il nostro anarchismo sarebbe una menzogna o un non senso. Questo sentimento è l'amore degli uomini, è il fatto di soffrire delle sofferenze altrui».
«Per spirito anarchico intendo quel sentimento largamente umano che aspira al bene di tutti, alla libertà ed alla giustizia per tutti, alla solidarietà ed all'amore fra tutti».
Detto in altri termini, l'anarchismo è prima di tutto un' etica che va al di là di ogni spiegazione razionale perché «è nato dalla rivolta morale contro le ingiustizie sociali». In quanto aspirazione umana verso la libertà universale, si pone oltre la necessità naturale, come ogni altra necessità storica o scientifica. L'anarchia infatti è una costruzione culturale e il concetto di libertà ne è la massima espressione, nel senso che testimonia la valenza tutta precaria e volontaria di tale conquista: «la libertà non si conquista e non si conserva se non attraverso lotte faticose e sacrifici crudeli, la libertà piena e completa è certamente la conquista essenziale, perché è la consacrazione della dignità umana».

domenica 12 luglio 2015

HEIM Roger

Direttore del Museo di Storia Naturale di Parigi dal 1951 al 1965, è stato uno dei più importanti micologi del Novecento. Fervente antinazista, militò nella Resistenza francese e fu deportato a Buchenwald e a Mathausen.
Fu anche strenuo difensore della natura e un ecologista ante litteram, mobilitandosi per la difesa della foresta di Fontainebleau e per la salvaguardia dei varani di Komodo. Queste battaglie gli valsero la nomina di presidente dell'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura.
Il suo nome è legato soprattutto alla storia della riscoperta dei funghi sacri messicani, in cui fu fedele compagno d'avventura di R.G. Wasson, contribuendo all'identificazione di numerose specie di funghi fino allora sconosciuti alla scienza occidentale, alcune delle quali portano ancora oggi il suo nome, ad esempio la Psilocybe mexicana Heim, la Psilocybe  aztecorum Heim, la Conocybe siligineoides Heim.

sabato 4 luglio 2015

L'AGE D'OR di Luis Bunuel

Il film non ha un unico intreccio narrativo. Si apre con un documentario sugli scorpioni. Seguono poi immagini della vita di banditi maiorchini. La cerimonia di posa della prima pietra di Roma viene disturbata da un uomo che tenta di violentare una donna. Costui viene arrestato, si libera dei poliziotti e partecipa a un ricevimento dell'alta società durante il quale induce al suicidio un ministro, schiaffeggia la padrona di casa e amoreggia con sua figlia, la quale però preferisce un vecchio direttore d'orchestra. Dal castello delle "120 giornate di Sodoma" esce, sfinito, il protagonista del romanzo di Sade, il quale altri non è che Gesù Cristo.

La storia era una sequenza di morale e di estetica surrealista intorno a due figure principali, un uomo e una donna. Emerge l'eccitante conflitto di tutta la società umana fra il sentimento dell'amore e qualunque altro di ordine religioso, patriottico o umanitario; anche qui i personaggi e i paesaggi sono reali, però l'eroe è animato dall'egoismo, che rende desiderabili tutte le azioni, escludendo il controllo o altro sentimento. L'istinto sessuale e il sentimento della morte formano la sostanza del film. E' una pellicola romantica realizzata con tutta la frenesia del surrealismo.
(Luis Bunuel, in J.F. Aranda, "Luis Bunuel", Editorial Lumen, Barcellona 1969)

Ha studiato come un entomologo ciò che noi chiamiamo amore, per svelarne sotto l'ideologia, la mitologia, i luoghi comuni e la fraseologia, il totale e crudele macchinario del sesso. Mette in evidenza per noi i metabolismi ciechi, i veleni segreti, i riflessi meccanici, le secrezioni ghiandolari, lo stretto intrecciarsi di forze che nella vita uniscono l'amore e la morte. Una metempsicosi biochimica in cui l'individuo muore perché sopravviva la specie.
(Henry Miller, in "The New Review", Parigi 1931)