domenica 28 aprile 2013

Spaccheremo tutto, bruceremo quel che resta

Blocca le serrature di tutte le banche e macellerie, o buttale giù a calci,
Scrivi un messaggio d'odio su una Bentley con una bomboletta, o distruggila,
Sabota la carne nei supermercati, avvelenali tutti,
Vai a Kensington e frega a un ricco bastardo tutti i suoi soldi.
Stiamo bussando alla vostra porta,
Non c'è n'è più per nessuno,
Perché questa è guerra di classe.
Metti zucchero nei serbatoi,
Infila chiodi di sei pollici nei copertoni,
E' questo il modo di rovinare una Rolls,
E allora conficcali, funziona sempre-
Spaccheremo tutto, e bruceremo quel che resta
(Apostles: Pigs For Slaughter, Scum Records 1983)

venerdì 26 aprile 2013

IL PEYOTISMO

    
Il peyote, il cui nome stesso (è una parola nahuatl) indica le origini azteche, e che gli Indiani degli Stati Uniti chiamano anche mescal o dry-whisky, è un piccolo cactus chiamato Lophophora Williamsii dai botanici. Questa pianta contiene diversi alcaloidi, di cui il più attivo è la mescalina, ed è per questo che il suo ingerimento produce degli effetti fisiologici e psicologici diversi, che vanno, a seconda dei casi, delle dosi, degli individui, dalla semplice eccitazione fino al delirio allucinatorio. L'ingestione di questo cactus, che si mangia o di cui si beve un infuso, è l'atto essenziale del culto in questione. avviene ritualmente durante una cerimonia che dura una notte, caratterizzata da canti, da preghiere e da un pato in comunione, e che spesso è celebrata per ottenere la guarigione di un malato. questo culto è pan-indiano e presenta per i Pellerossa un carattere "nazionalista", al di là dei particolarismi tribali. D'altronde, non è esclusivo delle altre religioni indigene, e, infatti, molti dei suoi settari continuano a conformarsi alle pratiche culturali ancestrali delle loro rispettive tribù. Dal cristianesimo, il peyotismo prende la teologia, la morale, l'escatologia, con alcune modifiche che le rendono più compatibili con la cultura indiana tradizionale. Ne conserva ugualmente il simbolismo, almeno in parte, non soltanto nei segni, come per esempio la croce, ma ancora nella rappresentazione di essere soprannaturali, come Dio, Gesù, Maria.

mercoledì 24 aprile 2013

Che cosa ho fatto? (25 aprile)

"Avete ucciso delle persone nel campo?"
"Si"
"Le avete avvelenate col gas?"
"Si"
"Le avete bruciate vive?"
"Si. Qualche volta è successo."
"Le vittime venivano prelevate da ogni parte d'Europa?"
"Penso di si."
"Lei personalmente ha preso parte alle uccisioni?"
"Assolutamente no. Nel campo ero solo ufficiale pagatore."
"Cosa pensava di quello che accadeva?"
"All'inizio era spiacevole, ma poi ci siamo abituati."
"Sa che i russi la impiccheranno?"
(Scoppiando in lacrime) "Perché dovrebbero? Che cosa ho fatto?"

lunedì 22 aprile 2013

LO SGUARDO

Quanto si può distinguere semplicemente guardando dipende non solo dalla capacità visiva congenita, ma dalla pratica e dall'esercizio. Gli americani, sembrano tutti somiglianti a un cinese che non ne ha mai guardati molti. due gemelli possono apparire del tutto identici a chiunque eccetto che hai loro parenti e amici più stretti. guardare le cose o le persone attentamente, sapendo che differiscono per certi aspetti che attualmente non vediamo, aumenta la nostra capacità di discriminarle l'una dall'altra - e da altre cose e persone - semplicemente guardandole.

sabato 20 aprile 2013

La società senza brevetto

Il passaggio di una azione rivoluzionaria utopistica ad una fase sperimentale attiva - può solo avvenire alla base - nella massa senza con uno scambio di esperienza - diretta -
Fase che determinerà nuovi modi di scambio nuove energie - di gioco - creando continuamente il nuovo e nella società uguale davanti alle cose - non permetterà lo sfruttamento delle cosiddette mode eliminando qualunque detentore di un qualsiasi brevetto. La società senza brevetto con scambio di esperienza perpetua non può essere che la società situazionista sarà il non-ordine perché sempre nuovo e quindi impossibile ad ordinare dirigere - burocratizzare - sfruttare o perlomeno avrà una sola direzione guidare il plusvalore di questa immensa energia - sempre e continuamente nella zona del tempo libero -

mercoledì 17 aprile 2013

L'ideologia e la comunicazione

La differenza profonda tra l'ideologia (o la sensologia (da un lato e la comunicazione dall'altro, consiste nel fatto che la prima conferisce ancora una determinazione. Per quanto le identità fornite dalle ideologie e dalle sensologie siano artificiose e già confezionate (e certo non siano destini), tuttavia conservano ancora una qualche persistenza. L'ideologia (e la sensologia a maggior ragione) assomiglia alla moda: dura qualche stagione e non ha la costanza dello spirito del tempo (di cui parla la filosofia della storia idealistica), ma per un determinato lasso di tempo essa è (o almeno pretende) di essere una cosa determinata.
La comunicazione invece si sottrae a ogni determinazione, come se fosse la peste. Aspira a essere contemporaneamente una cosa, il suo contrario e tutto ciò che sta in mezzo tra i due opposti. E' quindi totalitaria in una misura molto maggiore del totalitarismo politico tradizionale, perché comprende anche e soprattutto l'antitotalitarismo. E' globale nel senso che include anche ciò che nega la globalità.

lunedì 15 aprile 2013

GUERRIERO COSMICO

Guerriero Cosmico balena su colline e valle nel suo aeroplano bicicletta modale, è blu pallido proprio come i suoi occhi è il cielo e tutti coloro che lo adorano. Lui ci riempie di energia e rimorso mentre noi guardiamo la sua crosta venir frantumata in polvere che testimonia la sua morte e combatte direttamente per tornare in vita. Il suo dolore è statico, si appoggia contro il frumento e vomita e inciampa e si stringe il cuore. Lì sulla collina con la mano che riposa sul suo petto giace la verità e la prova di un era di merda.
Guerriero Cosmico pallido come il fuoco, topi rosicchiano e balzano fuori dalla torta di compleanno del guerriero cosmico per riposare su di un libro miracoloso. tremori blu e argento di luce, cocomero illuminato e uccello di fame figlio del paradiso figlio del saccheggio inzuppato in spinose creste di gallo. Città di stelle di incandescenti lance e vista città di sogni e città di spezie città arcata e città di nessuno. Guerriero Cosmico fosti il mio salvatore e fosti mio figlio, sei il guardiano rivelato del tuono rimbalzante elastico sensoriale.
Città di stelle e città di ragazzi, il Guerriero Cosmico si arrampica nella sua macchina gelatinosa e muta la sfera colpendo aviolinee di nastri che ticchettano e partendo attraverso un sipario di orchidee rifrangenti. Mentre tutti i gesti, tutti i ritmi si inseriscono nel disegno del regime sociale come i pezzi di vetro che compongono l'armonia del caleidoscopio.

venerdì 12 aprile 2013

LA GRATUITA' NATURALE

I raccoglitori-cacciatori sono i bambini della terra. La percorrono raccogliendo ovunque ciò che essa offre. non sono dei conquistatori che la mettono a sacco e soccombono nei deserti propagati dalla loro rapacità. Nessun maestro, nessun prete o guerriero si leva tra loro per appropriarsi dei beni raccolti.
Dalla manna terrestre deriva una soddisfazione immediata in cibo, abbigliamento, abitazioni, capacità tecniche; una soddisfazione che non passa nè per il denaro, nè per lo scambio, nè per la tirannia di un capo, ma la cui presenza inalterata determina analogicamente uno stile di relazione comunitaria, una maniera di essere, un linguaggio al contempo razionale ed emozionale, un insieme di segni scolpiti ed impressi che solo la mania di attribuire abusivamente agli dei ciò che appartiene agli uomini ha potuto qualificare come religioni.  

mercoledì 10 aprile 2013

FUTURISMI

Noi canteremo le grandi folle agitate dal lavoro, dal piacere o dalla sommossa: canteremo le maree multicolori e polifoniche delle rivoluzioni nelle capitali moderne; canteremo il vibrante fervore notturno degli arsenali e dei cantieri, incendiati da violente lune elettriche; le stazioni ingorde, divoratrici di serpi che fumano; le officine appese alle nuvole per i contorti fili dei loro fumi; i ponti simili a ginnasti giganti che scavalcano i fiumi, balenanti al sole con un luccichio di coltelli; i piroscafi avventurosi che fiutano l'orizzonte, e le locomotive dall'ampio petto, che scalpitano sulle rotaie, come enormi cavalli d'acciaio imbrigliati di tubi, e il volo scivolante degli aeroplani, la cui elica garrisce al vento come una bandiera e sembra applaudire come una folla entusiasta.

martedì 9 aprile 2013

Il proletariato come soggetto e come rappresentazione

La rivolta dei giovani contro il modo di vivere loro imposto è in realtà soltanto il segno precursore di una sovversione più vasta che ingloberà l'insieme di coloro che sperimentano sempre maggiormente l'impossibilità di vivere, il preludio alla prossima epoca rivoluzionaria.




domenica 7 aprile 2013

I BEAT

Negli stati uniti degli anni Cinquanta, nei giorni più gloriosi della Guerra fredda televisiva, apparve un gruppo di individui liberi che crearono meme controculturali altamente comunicabili, destinati a cambiare la storia. I beat rappresentarono la visione statica e la libertà personale che si ribellavano a ogni sistema burocratico dalla mentalità chiusa. si vedevano come cittadini del mondo; si incontravano con poeti russi per denunciare la Guerra fredda, praticavano lo Yoga orientale, sperimentavano come da secoli fanno gli artisti: cibi, droghe e pratiche sessuali atti a favorire l'apertura mentale. più importante di tutto, con le loro menti che si rivolgevano come antenne paraboliche da satellite verso altre culture, avevano il senso storico di ciò che facevano. si vedevano come eredi di quella lunga tradizione di individualismo intelettuale e artistico che trascende le barriere nazionali.
Ciò che ha dato ai beat un'efficacia maggiore di quella di qualsiasi altro gruppo di dissidenti artisti della storia umana è stato il tempismo. la tecnologia elettronica consentiva ai loro meme bohémien, alle loro immagini e suoni di radiotelediffondersi quasi alla velocità della luce in tutto il mondo. Così come le fabbriche di sapone usavano radio e TV per vendere i propri prodotti, così i beat usavano i media elettronici per far pubblicità alle proprie idee. La cultura hippie degli anni Sessanta e gli attuali movimenti libertari dell'Europa Occidentale hanno un debito nei confronti dei dissidenti libertari della controcultura degli anni Cinquanta.

venerdì 5 aprile 2013

IL DESIDERIO NELL'ARTE


Nel vuoto culturale senza precedenti seguito alla guerra, in cui la classe dominante spinge sempre di più l’arte in una posizione di dipendenza. Noi troviamo affermata una cultura individualistica che viene condannata dalla stessa cultura che l’ha prodotta, perché la sua convenzionalità impedisce l’esercizio dell’immaginazione e del desiderio, e blocca l’espressione vitale. Non può esserci un’arte popolare, anche se al pubblico vengono fatte concessioni come la partecipazione attiva, mentre le forme dell’arte vengono imposte storicamente. L’arte popolare è caratterizzata dall’espressione vitale, collettiva e diretta. 
Sta per nascere una nuova libertà, una libertà che permetterà alle persone di soddisfare i loro desideri creativi. Come risultato di questo processo, la professione dell’artista cesserà di occupare una posizione di privilegio; è per questo che alcuni artisti contemporanei vi si oppongono. Nella fase di transizione, la creazione artistica si ritrova in guerra con la cultura esistente, e contemporaneamente annuncia una cultura a venire. Con questa dualità, l’arte assume un ruolo rivoluzionario nella società.
Parlare del desiderio significa parlare dell’ignoto, del desiderio di libertà. la libertà della nostra vita sociale, che noi assumiamo come nostro principale impegno, aprirà le porte di un nuovo mondo. È impossibile conoscere un desiderio senza soddisfarlo, e la soddisfazione del desiderio è la rivoluzione. La cultura odierna, essendo individualistica, ha sostituito la creazione con la “produzione artistica”, ed ha prodotto soltanto segni di una tragica impotenza. Creare è sempre scoprire ciò che non si conosce. È il nostro desiderio è fare la rivoluzione.  

mercoledì 3 aprile 2013

Città della sovversione

Tutto scorreva tranquillo in città e, il vento soffiava per strada qualcuno gridò "sovverti!"
e tutta la gente restò fredda.
Nel frattempo dall'altra parte nella città della sovversione qualcuno scrive sul muro "fotti il governo" eroe della pittura spray, qualcuno vuole abbattere lo stato, crocifiggere i dogmi religiosi, le carneficine rituali, nessuno mentiva gli standards viventi erano morali che morivano; uno stato controllava il suicidio di massa.
La razza morente della città della sovversione strisciava nell'underground, la polizia di stato semplicemente li lasciava lì, chiudeva i buchi e li asfissiava laggiù, dieci anni dopo loro emergevano menti mutate così piene di odio cercavano ancora di cambiare il sistema; questa volta tutto intorno era troppo tardi.
Non era stato lasciato un sistema da cambiare, la gente occupò tutta la terra i sovversivi diventarono i politici e finalmente ebbero la parte più in alto.
Nel frattempo dall'altra parte nella città della sovversione qualcuno scrive sul muro "fotti il governo" eroe della pittura spray, ma nella città da sovvertire. il suo ruolo sovverte.

martedì 2 aprile 2013

IL CENTRO


Il centro è un principio organizzatore della realtà che nell’ambito sociale presiede alla dimensione gerarchica. Il centro è dunque la sintesi del dominio e come ogni dominio si nutre nell’ambito che sovrasta. In questo senso il centro non è totalmente estraneo alla periferia. Ed è così che la lotta contro il centro produce due effetti perversi. Crea un altro centro e si pone come elemento di contestazione, ciò di cui il dominio ha bisogno per perfezionarsi.

Il dogma del centro non è appannaggio soltanto del pensiero statale e gerarchico, ma permea anche molti movimenti di emancipazione. La centralità operaia è una variante di questo dogma. Parallelamente la critica del centro non è, di per sé, apologia del disordine.

Il mito del centro, della sua imparzialità, della sua equidistanza, sta crollando sotto i colpi della sovversione matematica. E le vie dell’ordine stanno cedendo il posto a quelle del caos. Si aprono nuovi impensabili spazi. Autodeterminazione e anarchia ridisegnano la politica finora definita dalla centralità statale.