mercoledì 28 giugno 2017

Senza pensarci molto di Maria Sabina


Senza pensarci molto, portai i funghi alla bocca e li masticai. Il loro sapore non era gradevole; al contrario: erano amari, sapevano di radice, di terra. Li mangiai tutti interi. Mia sorella María Ana, che mi stava osservando, aveva fatto la stessa cosa. Dopo aver mangiato i funghi, la nostra testa girava, come se fossimo un po' ubriache e ci mettemmo a piangere; ma poi il senso di vertigine passò e ci sentimmo molto felici. Più tardi ci  sentimmo bene.
Fu come un nuovo impulso alla nostra vita. Così lo sentii. Nei giorni successivi, quando avevamo fame, mangiavamo i funghi. E, non solo sentivamo lo stomaco pieno, ma anche lo spirito contento. I funghi facevano sì che domandassimo a Dio di non farci soffrire tanto, gli dicevamo cbe avevamo sempre fame, che sentivamo freddo. Non avevamo nulla: solo fame e freddo. Io non sapevo se i funghi erano buoni o cattivi in realtà. Non sapevo neanche se erano cibo o veleno. Ma sentivo che mi parlavano.
Dopo averli mangiati, sentivo delle voci. Voci che venivano da un altro mondo. Era come la voce di un padre che dà consigli, Le lacrime scendevano abbondanti sulle nostre guance, come se piangessimo per la povertà in cui vivevamo. 

sabato 24 giugno 2017

Il federalismo Pluralista

Il federalismo pluralista si definisce da una parte come critica di tutte le dottrine stataliste, uniciste, assolutistiche, in quanto utopistiche e reazionarie, e dall’altra come metodo regolativo, più che costitutivo, dei rapporti socio-economici. Esso infatti deve garantire, con la sua dimensione aperta, l’eguale possibilità di espressione di ogni individuo o gruppo, in armonia con le proprio esigenze geografiche e le proprie tradizioni storiche. Il sistema federativo deve essere insomma il risultato degli equilibri da ricercarsi nel rapporto fra gruppi e individui, fra unità e molteplicità, fra società globale e raggruppamenti particolari, fra coesione e libertà. Tuttavia ciò che costituisce l’essenza è il carattere del contratto federativo, è che in un tale sistema i contraenti si riservino più diritto, autorità e proprietà di quanto non ne abbandonino. Il federalismo libertario riassume per intero la rivoluzione politica ed economica perché il principio federativo è l’applicazione sulla più alta scala dei principi di mutualità, di divisione del lavoro, di solidarietà economica. Per sorreggere questo disegno fondamentalmente libertario ed egualitario, Proudhon ha concepito il mutualismo economico, il solo in grado di rendere operante tale impianto strutturale. Il mutualismo in senso economico è un socialismo pluralista decentralizzato, fondato sull’autogestione dei produttori della proprietà federalizzata degli strumenti di produzione.    

domenica 11 giugno 2017

Municipalismo o Comunitarismo

Il municipalismo libertario non esclude il potere, un potere concreto, non semplicemente quella forma alla moda di "potere di autocontrollo", che sovente altro non è che uno stato di esaltazione emotiva . Si tratta di una ripresa e un'estensione della tesi aristotelica secondo la quale gli essere umani sono costituiti per vivere come "animali politici". Il municipalismo libertario è una comunità strutturata, che possiede una sua costituzione e una sua legislazione, fondate su basi razionali e democratiche.. Sono il municipio e la confederazione di municipi che, affronta problemi e questioni con il dialogo, non solo è in grado di sostituire lo Stato, ma anche di svolgere le funzioni socialmente necessarie di cui lo Stato si è appropriato a spese del potere degli individui.
Il municipalismo libertario è  quindi decisamente un'espressione politica antistatale che vuole la democrazia, il rapporto diretto, faccia a faccia, il dialogo, il confronto. è soprattutto attento alle questioni fondamentali del potere.
Con il termine comunitarismo si intendono quei movimenti e quelle ideologie che aspirano a trasformare la società creando cosiddette alternative nel campo economico e dell'esistenza personale, come le cooperative alimentari, le scuole, le tipografie, i centri comunitari, le aziende agricole di quartiere, gli squat e così via. Col termine comunitarismo si intende una forma di produzione e di scambio che risulta attraente non solo perché richiama un senso d'amicizia e di collettivo, ma anche perché è sotto il "controllo operaio".
Il comunitarismo non cerca di creare un centro di potere che serva ad abbattere un giorno il capitalismo, ma cerca di mettersi in concorrenza, di svalutarlo, di sopravvivergli, di fungere da barriera morale all'avidità e alla malvagità dell'economia borghese.

martedì 6 giugno 2017

LA STRADA di Federico Fellini

Gelsomina, ragazza povera, viene affidata dalla madre a uno zingaro, il brutale Zampanò. Fra i due ogni comunicazione è impossibile,  e Gelsomina ne soffre e vorrebbe andarsene, ma il Matto, un funambolo, la convince che tutti gli uomini servono a qualcosa. Un giorno Zampanò uccide il Matto e Gelsomina impazzisce. Zampanò allora la abbandona. Qualche anno più tardi viene a sapere, quasi per caso, che è morta; su una spiaggia deserta, guarda verso il cielo e piange.

Secondo me, LA STRADA intende realizzare l'esperienza che molto giustamente un filosofo, Emmanuel Monnier, ha detto essere la più importante e originaria per aprire a qualsiasi prospettiva sociale: L'esperienza comunitaria fra un uomo e un altro. Il nostro male, di noi uomini moderni, è la solitudine. C'è invece, a mio avviso, tra persona e persona, il modo di rompere questa solitudine, di far passare come "messaggio" tra l'una e l'altra. Ma il film ha anche delle aspirazioni semplicemente umane e affettive. Si domanda che funzione possa esercitare la donna in un rapporto tra le "persone" e che importanza abbia l'affettività femminile (diciamo pure la poesia della donna) nel richiamo comunitario alla spiritualità e all'amore.
(Federico Fellini, in "Il Contemporaneo"n.15, 9 aprile 1955)

La continuità tra il Fellini disegnatore-umorista e il Fellini cineasta è data dal personaggio di Giulietta Masina e da tutta la speciale "zona Masina" della sua opera, cioè da una poeticità rarefatta che ingloba la schematizzazione figurativa delle vignette umoristiche, e si estende - attraverso le piazze paesane della Strada - al mondo del circo, alla malinconia dei clown, uno dei motivi più insistiti della tastiera felliniana, e più legati a un gusto stilistico retrodatato, cioè corrispondente a una visualizzazione infantile, disincantata, pre-cinematografica d'un modo "altro".
(Italo Calvino, in Federico Fellini, "Quattro film", Einaudi, Torino 1974)