giovedì 29 agosto 2013

L'Internazionale Lettrista, linea generale

L'Internazionale Lettrista si propone di realizzare una struttura appassionante della vita. Sperimentiamo comportamenti, forme di decorazione, di architettura, di urbanismo e di comunicazione atte a provocare situazioni attraenti.
E' un argomento di continua discussione tra noi e molti altri, alla fine trascurabili perché conosciamo bene il loro meccanismo e la sua usura.
Il ruolo di opposizione ideologica che manteniamo viene necessariamente prodotto dalle condizioni storiche. A noi spetta soltanto trarne partito più o meno lucidamente, e conoscerne gli obblighi e i limiti allo stadio attuale.
Lo sviluppo finale delle costruzioni collettive che ci piacciono sarà possibile soltanto dopo la scomparsa della società borghese, della sua distribuzione dei prodotti, dei suoi valori morali.
Daremo il nostro contributo alla rovina di questa società borghese perseguendo la critica e la sovversione totale della sua concezione dei piaceri, e anche fornendo slogan utili all'azione rivoluzionaria delle masse.
(per POTLATCH: Michèle Bernstein, M. Dahou, V'era, Gil J. Wolman)

domenica 25 agosto 2013

Sono anarchica di Louise Michel

A forza di raffrontare le cose, gli avvenimenti, gli uomini, avendo visto all'opera i nostri amici della Comune tanto onesti ... mi convinsi che le persone oneste, al potere, saranno sempre tanto incapaci, quanto quelle corrotte sono dannose; e che sarà sempre impossibile che la libertà si allei con un qualsiasi tipo di potere. L'umanità vuole vivere e perciò si attaccherà all'anarchia nella lotta disperata che ingaggerà per uscire dall'abisso. Sono dunque anarchica perché soltanto l'anarchia farà la felicità dell'umanità e perché essa è l'idea più alta che mente umana possa concepire, finché qualcosa di più elevato non sorga all'orizzonte.

giovedì 22 agosto 2013

Von Bibra Ernst

Di origini nobili, figlio del barone di Bibra e titolare del feudo di Schwebheim, studiò prima giurisprudenza, poi si appassionò alle scienze naturale e alla chimica, dopo il matrimonio si stabilì nel castello del feudo e intraprese le prime analisi in un proprio laboratorio che poi trasferì a Norimberga. Nel 1849 andò in Sudamerica portando con se al ritorno una ricca raccolta di oggetti d'arte e informazioni sull'uso dello stramonio rosso, Yerba de huaca. Autore nel 1855 di un classico, recentemente ristampato negli Stati Uniti, Die Narkotischen Genussmittel und der Mensch. Il lavoro rappresenta il primo tentativo di esplorare la storia e il ruolo delle piante psicoattive. Von Bibra prende in esame, sia dal punto di vista sociale che esperienziale, diciassette "narcotici" e "stimolanti" di origine vegetale, con particolare attenzione alla coltivazione e preparazione. Tra le piante descritte: il tabacco, il caffè, l'hashish, l'oppio, la coca, lo stramonio e l'Amanita muscaria.
Von Bibra sperimentò personalmente l'Amanita utilizzando alcuni esemplari essiccati in una bevanda con succo di mirtillo; due ore dopo l'ingestione registrava perdita del senso dello spazio e forza muscolare smisurata. Sull'importanza dell'autosperimentazione Von Bibra riportò come esempio le osservazioni di Moreau de Tours sull'hashish. 

domenica 18 agosto 2013

Compagno e Compagna

Dal XIII secolo fino alla rivoluzione francese, il termine compagno, o compagna, di arte indicava l'artigiano operaio che, dopo aver terminato il suo apprendistato di parecchi anni al servizio di un maestro artigiano-operaio, aveva dimostrato le sue capacità realizzando un "capolavoro". La storia del compagnonnage, lunga e molto confusa, ha ben poca importanza per la conoscenza delle origini del socialismo e dell'anarchismo - salvo per quanto l'anarchismo individualista ha trovato un alimento in taluni concetti (specie economici) venuti direttamente dalla tradizione del lavoro artigianale e della sua organizzazione. L'apparizione delle manifatture, e poi delle fabbriche, facendo nascere prima gli operai proletari e poi una classe operaia, ha respinto il compagno-artigiano o verso la piccola borghesia commerciante, o verso le cooperative di produzione della piccola borghesia commerciante,o verso le cooperative di produzione della piccola industria d'arte e marginale, dato che questi due ambienti si sono dimostrati particolarmente favorevoli a un certo umanesimo individualista. L'operaio artigiano ha dei compagni d'arte, l'operaio proletario ha dei compagni,  dei camerati. Questi dividono con lui la sua camera (dallo spagnolo camerada); gli altri dividevano il pane. Bisogna segnalare che la differenza tende a sparire. La compagna è la donna con cui si vive. L'uso di questa parola, praticamente abbandonata dai comunisti francesi dagli anni 30, permette: 1) di negare le categorie borghesi (moglie, amante); 2)di inserire nel linguaggio la nozione di uguaglianza dei componenti la coppia.  

sabato 3 agosto 2013

Il lavoro e la morte



Nei tempi andati, si consolavano dei tormenti dell'ingiustizia invocando per tutti, ricchi e poveri, grandi e piccoli, fortunati e sfortunati, potenti e miserabili, l'obbligo comune di morire. Nel trapasso si realizzava il sogno di una giustizia egualitaria. 
Ora che il lavoro è sentito come una quotidiana e universale perdita di vita, tra l'uguaglianza davanti alla morte e l'obbligo uguale di sacrificare ogni giorno non sembra esistere altra differenza se non quella tra pagamenti in contanti e a rate. I tempi sono così propizi all'eufemismo che la proroga viene chiamata in questo caso facilità.
La loro giustizia è simile all'eutanasia, l'equa ripartizione dei diritti e dei doveri agisce come una dose letale iniettata a poco a poco. E quale consolazione, per così dire cosmica, nel sentimento che la merce, questa cosa morta che vampirizza il vivente, stringe e spegne simultaneamente l'insieme della specie e la terra che la nutriva!