Più la vita quotidiana si erode, si banalizza, si fa interattiva e più occorre contrastare questo movimento attraverso regole del gioco complesse e iniziatiche.
Più la realtà si riconcilia con il suo concetto in una generalità senza oggetto e più occorre cercare la rottura iniziatica e la potenza dell'illusione.
Se non possiamo fare del mondo l'oggetto dei nostri desideri, possiamo almeno farne l'oggetto di una convenzione superiore che appunto sfugge al nostro desiderio.
Ogni illusione, ogni forma iniziatica passa attraverso una regola severa.
Ogni oggetto creato, visivo o analitico che sia, concettuale o fotografico, deve ritrovare tutte le dimensioni del gioco in una sola: l'allegorico, il rappresentativo, l'agonistico, l'aleatorio e il vertiginoso.
Ricomporre lo spettro.
Un opera, un oggetto, un'architettura, una foto, ma anche un delitto, un evento, tutto ciò deve essere: l'allegoria, di qualche cosa, una sfida a qualcuno, mettere in gioco il caso, e procurare vertigine.
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