venerdì 28 aprile 2023

La Storia della Hammer – Parte IV°

Durante gli Anni Sessanta la Hammer produsse una serie di film di suspense, spesso macabri, definiti da Michael Carreras «piccoli thriller alla Hitchcock» (alla Hammer avevano invano sperato che Hitchcock accettasse di curare la regia di un loro film), che di fatto si ispiravano principalmente ai Diabolici (Les Diaboliques, 1955) di Henri-Georges Clouzot. Il primo film della Hammer di questo genere fu La casa del terrore (Taste of  Fear, 1961), seguito poi da una serie che comprendeva II rifugio dei dannati (Paranoiac, 1963), Hysteria (1964) e Nanny la governante (The Nanny, 1965). Il successo della Dea della città perduta (She, 1965), a cui si deve in gran parte il lancio di Ursula Andress, diede il via a una serie di film di argomento preistorico. Tra questi si segnalano Un milione di anni fa (One Million Year  BC, 1966), che rivelò Raquel Welch e si avvalse degli effetti speciali di Ray Harryhausen, e Quando i dinosauri si mordevano la coda (When Dinosaurs Ruled the Earth, 1970), libero adattamento di un racconto di J. G. Ballard. 

I  sopravvissuti 

Nel 1962 Michael Carreras lasciò la Hammer per fondare una sua casa di produzione, la Capricorn Productions, ma rimase legato alla Hammer sia come regista sia come produttore; in particolare, diresse due sottovalutati film di stampo esotico, Femmine delle caverne (Slave Girls, 1966) e La nebbia degli orrori (The Lost Continent, 1968). In quello stesso anno alla Hammer fu attribuito l'ambito Queen's  Award to Industry, poiché i film prodotti nei tre anni precedenti avevano portato in Gran Bretagna l'equivalente di un milione e mezzo di sterline in valuta pregiata. Nel 1969 James Carreras decise di vendere gli studi di Bray poiché la EMI e la Rank, per cui la Hammer stava  producendo dei film, insistevano affinché venissero utilizzati i loro studi, rispettivamente a Elstree e a Pinewood. Più o meno in questo periodo Anthony  Hinds si ritirò dalla Hammer, ma nel gennaio del 1971 Michael Carreras tornò a capo della produzione e nell'agosto del 1972 ottenne dal padre il completo controllo della compagnia. Il futuro orientamento   della nuova direzione era stato anticipato, nel 1971, dalla produzione di una commedia per la televisione, On the  Buses. La società non era nuova a questo genere di film, avendo precedentemente realizzato Assalonne, bombe e donne (I Only Arsked!, 1958), tratto da un programma televisivo di successo, con Bernard Bresslaw come protagonista. E poiché tutte le possibilità del film gotico erano state sfruttate a fondo e quel mercato cominciava a dar segni di stanchezza, la Hammer si concentrò maggiormente sulle possibilità commerciali apertesi con il successo di On the Buses e produsse diverse serie televisive di successo. Il lungo rapporto della Hammer con la ABC (ora EMI) giocò un ruolo determinante: come Carreras ha sottolineato, la spinta verso questo cambiamento di tendenza «venne in primo luogo dall'ufficio di Bernard Delfont e poi da tutta l'organizzazione», da gente «che lavorava esclusivamente per la televisione». Questi film, naturalmente,  provocarono il declino della Hammer sotto il profilo internazionale, dovuto alla difficoltà di vendere all'estero adattamenti cinematografici di produzioni televisive tipicamente inglesi. Comunque, tra i film dell'orrore prodotti dalla Hammer nei primi Anni Settanta, si segnalano due capolavori,  Exorcismus Cleo la dea dell'amore (Blood From the Mummy's Tomb, 1971) e Rose rosse per il demonio (Demons of the Mind, 1972). L'ultima incursione della Hammer nel campo dell'orrore, To the Devil... a Daughter  (1976), non fu certo un successo, ma, agli inizi degli Anni Ottanta e sulla base del rinnovato interesse per l'orrore, la Hammer ha acquistato Hampden House, a Great  Missenden, nel Buckinghamshire, che intende trasformare in un'altra  Bray.




venerdì 21 aprile 2023

La Storia della Hammer – Parte III°

A differenza della maggior parte delle altre compagnie cinematografiche britanniche, alla fine degli Anni Cinquanta la Hammer godeva di un'eccellente situazione finanziaria. Nel 1957 la casa annunciò la costruzione di nuovi studi a Bray e l'anno successivo firmò un accordo con la Columbia, per conto della quale si impegnava a produrre cinque film all'anno nel successivo quinquennio. Sulla scia del successo  ottenuto con i suoi film imperniati su Quatermass, Frankenstein e Dracula, la Hammer si riorganizzò secondo schemi produttivi che non avevano precedenti nel cinema britannico. Nella struttura che ne risultò vi era forse un'eco della Ealing, come ha sottolineato David Pine: «Forse l'analogia più evidente è con uno di quei piccoli studi hollywoodiani degli Anni Trenta e Quaranta, come la Republic o la Monogram. In un baleno la Hammer diventò l'efficiente fabbrica di una lunga serie di film commerciali a basso costo, con una compagnia fissa di attori e alcuni spazi per le riprese in esterni, riproposti fin troppo spesso». Naturalmente è quasi superfluo dire che la produzione della Hammer fu sempre accusata di sensazionalismo, di sadismo e di banalità dai critici britannici, che peraltro non facevano che ripetere la reazione del mondo letterario di fronte alla comparsa dei primi romanzi gotici. Michael Carreras commentò:«L'opinione dei critici non ci interessa affatto. Giudichiamo i nostri film in base all'incasso. Siamo una società meramente commerciale e i film che produciamo sono a nostro avviso una sorta di favole». È questa mescolanza di elementi ultra commerciali e fiabeschi che rende la Hammer così interessante. Essa ha reintrodotto in Gran Bretagna il film d'azione, spettacolare e fantastico, in un periodo in cui le uniche alternative alla letterarietà ossessivamente piccolo-borghese del cinema britannico erano rappresentate dal gruppo del Free Cinema e da film realisti del tipo della Strada dei quartieri alti (Room at the Top, 1959)

Piccoli capolavori dell'horror 

I cicli di Frankenstein e di Dracula continuarono negli Anni Settanta: il primo si chiuse in bellezza con Frankenstein and the Monster From Hell (1973) di Terence Fisher; il secondo, invece, terminò con due malcongegnati tentativi di trasportare Dracula nell'ambiente londinese contemporaneo, 1972: Dracula colpisce ancora (Dracula AD 1972), che uscì nel 1972, e I satanici riti di Dracula (The Satanic Rites of Dracula, 1973). I film su Dracula diedero però il via a un'interessante produzione che comprendeva Vampiri amanti (The Vampire Lovers, 1970), una  co-produzione con la American International, una casa cinematografica specializzata in film dell'orrore, Mircalla, l'amante immortale (Lust for a Vampire, 1970) e Le figlie di Dracula (Twins of Evil, 1971). Film affine è La morte va a braccetto con le vergini (Countess  Dracula, 1970), basato sulla storia di una contessa ungherese, Elizabeth Bàthory, che, si dice, facesse il bagno nel sangue delle vergini per ottenere un ipotetico ringiovanimento. Caratterizzati da una certa abbondanza di sesso e nudità, questi film beneficiarono di un notevole allentamento della censura iniziato sul finire degli Anni Sessanta. Un'altra interessante appendice  al ciclo dei vampiri si ebbe nel 1974 quando, sulla scia del boom del kung-fu, la Hammer co-produsse con la Shaw Brothers di Hong  Kong La leggenda dei sette vampiri d'oro (The Legend of the 7 Golden Vampires)



venerdì 14 aprile 2023

La storia della Hammer - parte II°

In cerca di novità 

Nel frattempo l'industria cinematografica britannica era precipitata in una delle sue ricorrenti crisi finanziarie, e ciò rendeva sempre più difficile, per una piccola  seppur attiva casa di produzione come la Hammer, sopravvivere con la sola produzione di film di serie B a basso costo. Con l'avvento della televisione il pubblico cominciò a reclamare film più impegnativi e di miglior qualità. Inoltre in quel periodo molte  sale cinematografiche chiusero i battenti. Poiché attori famosi e produzioni di grande impegno non erano alla sua portata, la Hammer si mise alla ricerca di qualcosa di nuovo e di sensazionale. Lo trovò nell'Astronave atomica del dottor Quatermass (The Quatermass Experiment, 1955), di Val Guest, un adattamento da un serial televisivo del 1953 estremamente popolare. Come giustamente sottolinea  David  Pine, la sequenza iniziale del film, in cui un missile spaziale si schianta su un prato mancando di poco una coppia sciocca e ridicola in vena di tenerezze, visualizza metaforicamente «l'intrusione della Hammer nella banalità piccolo-borghese del cinema britannico». Dopo il successo dell'Astronave atomica del dottor Quatermass la Hammer annullò immediatamente gran parte delle produzioni che aveva in programma per concentrare i suoi sforzi su X contro il Centro atomico (X the Unknown,1956) e sui Vampiri dello spazio (Quatermass  II, 1957). Nessuno di questi due film ripeté il successo dell'Astronave  atomica del dottor Quatermass e la Hammer  non produsse altri film della serie fino al 1967, l'anno dell'Astronave degli esseri perduti (Quatermass and the Pit). Le altre incursioni dello studio nel mondo della fantascienza comprendono lo splendido Hallucination (The Damned,1962) e Luna  zero due (Moon Zero Two, 1969), una co-produzione con la Warner Brothers-Seven Arts che, con un costo di 600 000 sterline, rappresentò la produzione più impegnativa per la Hammer fino ad allora e tentò di sfruttare il successo di 2001: odissea nello spazio (2001: A Space  Odyssey, 1968)

Il ritorno di Frankenstein 

L 'astronave atomica del dottor Quatermass aveva  introdotto nella    Hammer la figura del mostro che ispira simpatia. In particolare, la scena in cui l'astronauta, che sta subendo un orribile processo di mutazione, incontra una ragazzina richiama alla mente in modo inequivocabile  la scena sulla riva del lago in Frankenstein (Frankenstein, 1931) di James Whale. Michael Carreras definì successivamente La maschera di Frankenstein (The Curse of Frankenstein, 1957) di Terence  Fisher – il primo film su Frankenstein  prodotto dalla Hammer - «un naturale proseguimento sulla scia del successo di Quatermass». Per sostenere la parte del barone fu scelto Peter Cushing, un attore già famoso, e per quella del mostro Christopher  Lee. Nessuno alla Hammer aveva previsto che il film avrebbe ottenuto un successo tanto clamoroso e che avrebbe  segnato l'inizio di un intero ciclo di film dell'orrore di gusto goticheggiante. Dopo questo film la Columbia firmò un accordo  con la Hammer per una produzione di tre film all'anno, mentre la Hammer aveva già annunciato di avere in cantiere un film su Dracula per conto della Universal. Dracula (1958), per la regia di Fisher, con Peter Cushing nella parte di Van Helsing e Christopher Lee in quella del conte, riscosse lo stesso successo della Maschera di Frankenstein e la Universal, che aveva a malincuore concesso alla Hammer i diritti di Frankenstein  (vietando però la riproduzione della truccatura  originale), a quel punto le rese accessibile l'intera cineteca di film dell'orrore degli Anni Trenta affinché ne ricavasse dei remake. La Hammer continuò così il suo ciclo dell'orrore con La mummia (The Mummy, 1959), L 'implacabile condanna (The Curse of the Werewolf, 1960), Il fantasma dell'Opera (The Phantom of the Opera, 1962), tutti diretti da Fisher, e Il castello maledetto (The Old Dark House, 1963), diretto e coprodotto da William Castle. 



venerdì 7 aprile 2023

La storia della Hammer parte I°

Le origini della Hammer Film Productions Limited risalgono a molto tempo prima della fondazione della società nella sua attuale ragione sociale, avvenuta nel 1947. Già nel 1934 infatti Will Hinds, un attore di varietà che lavorava sotto il nome di Will Hammer, aveva  creato la Hammer Productions e l'anno successivo si era unito a Enrique Carreras, proprietario di una catena di sale cinematografiche, per dar vita a una società di distribuzione denominata Exclusive Films. Negli Anni Trenta la Hammer aveva prodotto alcune commedie, alcuni musical e un sinistro thriller, The Mystery of the Mary Celeste (1935), una sorta di anticipazione della sua futura produzione, soprattutto perché una parte di primo piano era stata affidata a Bela Lugosi, il conte Dracula di Hollywood. All'inizio degli Anni Quaranta la Hammer non era più attiva come casa di produzione; nel frattempo nella Exclusive erano entrati come soci i figli dei due fondatori, James Carreras e Anthony Hinds, e la società era riuscita addirittura a produrre in proprio alcuni film a basso costo. Nel 1945 James Carreras (con il figlio Michael) aveva assunto la direzione della Exclusive. Il suo primo obiettivo era stato  quello di ridarle vita dopo l'inattività del periodo bellico e per questo aveva deciso di concentrare i suoi sforzi su una produzione a basso costo. Così la Hammer fu ricostituita nel 1947 come Hammer Film Productions Limited, guidata da James ed Enrique Carreras e da William e Anthony Hinds. Era, in pratica, il settore produttivo della Exclusive; la sua prima realizzazione fu River Patrol (1948), un mediometraggio della durata di 46 minuti. 

Una  politica prudente 

James Carreras, rendendosi conto che il massimo che si poteva ricavare dai circuiti britannici con i film secondari della doppia programmazione era di 25 000 sterline, fissò a 20 000 sterline il limite massimo di tutti i costi di produzione della  Hammer, calcolando che cinque film all'anno, realizzati a queste condizioni, avrebbero apportato un profitto globale  di 25 000 sterline con le sole proiezioni in Gran Bretagna. Dal momento che  la Hammer non poteva permettersi  attori di grido, decise di puntare su titoli di richiamo, in particolare su film ispirati a programmi radiofonici. C'erano, tra questi, tre gialli di Dick Barton, due thriller brillanti sull'agente di polizia PC-49 e due film con la famosa famiglia Lyon. La maggior parte della produzione della Hammer fino al 1954, adattamenti da programmi radiofonici inclusi, consistette in thriller e gialli, dal momento che Carreras considerava questi generi un investimento sicuro. Uno di questi film, Room to Let (1950), tratto da un programma radiofonico scritto da John Gilling, prefigurò, con la sua storia di una famiglia vittoriana che vive nel  timore che il proprio inquilino sia Jack lo Squartatore, i successivi film della Hammer. Uno sguardo all'America Fino ai primi Anni Cinquanta la Hammer si era rivolta quasi esclusivamente al mercato britannico. Il primo film  realizzato tenendo presente anche il mercato statunitense fu Cloudburst (1951). Basato su un soggetto di Leo Marks  e con la presenza di un famoso attore americano, Robert Preston, a garanzia di successo, fu anche il primo film prodotto a Bray, nel Berkshire, dove la Hammer aveva stabilito la sua sede  nel 1950. Con la scomparsa dei film secondari per la doppia programmazione di produzione hollywoodiana, dovuta all'aumento   dei costi e alle contrazioni di mercato, si avvantaggiarono quelle società che, come la Hammer, potevano fornire una produzione a basso costo. Nel 1952 la Hammer produsse per la RKO La morte colpisce a tradimento (Whispering Smith Hits London) e nel 1953, quando la RKO decise di riprendere la serie di avventure del Santo, alla  Hammer fu commissionato The Saint's Return, interpretato da Louis Hayward, il primo Santo degli schermi. Il più importante rapporto americano di co-produzione della Hammer fu però con la Screen Guild Pictures di Robert L. Lippert. Questo rapporto fece della Hammer la prima casa di produzione britannica, poiché le assicurava l'accesso ai circuiti americani e le permetteva di utilizzare attori hollywoodiani, anche se non di eccelsa fama. George Brent e Marguerite Chapman recitarono così in The Last Page (1952), il primo film che Terence Fisher diresse per la Hammer, e Paul Henreid e Lizabeth Scott in Volto rubato (Stolen Face, 1952), sempre di Fisher, in cui si proponeva la storia di un dottore folle, poi ripresa più volte nei successivi film della Hammer. Questi primi film rappresentano un tentativo di marca britannica di produzione a basso costo ricalcata sul modello hollywoodiano. E questo costituì un'eccezione di rilievo per il cinema inglese a cavallo degli Anni Quaranta e Cinquanta, in genere perbenistico e ossessivamente letterario. Nel 1953 la Hammer si avventurò per la prima  volta  nel regno della fantascienza con due film di Terence Fisher, Four Sided Triangle e Viaggio nell'interspazio (Spaceways) - co-prodotto con la Lippert - che sfruttarono abilmente il boom dell'avventura spaziale iniziato nel 1950 da due fortunate produzioni americane: Uomini sulla Luna (Destination Moon) e R.X.M. Destinazione Luna (Rocketship X-M). Nel 1954 la Lippert abbandonò la distribuzione e si affiliò alla 20th Century-Fox.