Non conosciamo altra bellezza, altra festa che quella che distrugge l'abuso delle banalità quotidiane e dei sentimenti truccati, basterebbe un colpo di vento per trasformare questo delirio permesso nel più grande incendio che la storia conosca.
mercoledì 22 maggio 2013
Surfisti sulla magia delle onde
"Alcuni indigeni si spassavano a nuotare con un legno piatto in mezzo a spaventevoli ondate. Con abilità e leggerezza con la parte anteriore di una consunta piroga, si spingevano in avanti, ad una notabile distanza di mare, vi si ponevano sopra e si facevano portare alla costa con incredibile rapidità, una scena di coraggio meraviglioso". Queste parole, scritte più di duecento anni fa dal Capitano James Cook, sono la prima testimonianza sulla gioiosa attività dei polinesiani, più tardi conosciuta come surf. Da bizzarria etnologica divenne dagli anni 30' in avanti, grazie alla caparbietà di un hawaiano messosi in testa di farla conoscere al mondo, Paoa Kahanamoku detto Duke, divenne un classico strumento della vita da spiaggia, al pari della paletta e del secchiello. Ma Duke ha speso la sua vita non per inventare un nuovo passatempo o un nuovo sport, quanto piuttosto per diffondere il verbo. Perché il surf è una vera e propria mistica. I suoi adepti, i cavalca-onde del Pacifico si sono da sempre sentiti partecipi di un culto magico. Ogni uscita in mare è vissuta come una purificazione, una preghiera, un'iniziazione. I loro discorsi non sono quelli idioti da sportivi ma vertono su argomenti esoterici. Stabilire una relazione con l'onda. Tracciare piste sul trasparente giardino del mare. Penetrare il livello di coscienza di ogni singola increspatura. Entrare in risonanza con la vibrazione del Pacifico. Cavalcare cresta come se fosse la tua mente. Non resister al flusso ma accompagnarlo. Come cavalieri alla ricerca del Santo Graal, i surfisti sono alla perenne ricerca dell'Onda Suprema. Pronti ad affrontare gli itinerari più devastanti per raggiungere i luoghi fatali per unirsi al magico schema disegnato dal ritmo delle onde. "Una scopata con Madre Natura che accorda il corpo e rafforza lo spirito". I surfisti sono tribù nomadi, semi-inselvatichite, tagliati fuori da tutto ciò che accade fuori dal loro mondo di acqua e sabbia, una confraternita stonata ed euforica coi capelli sbiancati dal salmastro. Si possono incontrare, ovunque la misteriosa tessitura delle correnti crei un giusto ritmo di onde, dove lo splendore dei raggi di sole infila le bolle della schiuma delle onde come perle in una collana, dal Brasile all'Indonesia, dall'Australia alla California. Tutti attendono l'avvento del tube l'onda che si richiude su se stessa, pronti a disegnarci sopra il loro canto.
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