Non conosciamo altra bellezza, altra festa che quella che distrugge l'abuso delle banalità quotidiane e dei sentimenti truccati, basterebbe un colpo di vento per trasformare questo delirio permesso nel più grande incendio che la storia conosca.
domenica 12 maggio 2013
il rumore della parola
Con le prime voci si formarono le prime articolazioni o i primi suoni, secondo il genere di passione che dettava le une o gli altri. La collera strappa grida minacciose che la lingua e il palato articolano; la voce della tenerezza è invece più dolce, è la glottide a modificarla, e questa voce diviene un suono; solo gli accenti possono essere più frequenti o più rari, le inflessioni più o meno acute secondo il sentimento che a esse si accompagna. Così, la cadenza e i suoni nascono con le sillabe: la passione fa parlare tutti gli organi e abbellisce la voce di tutta la loro vivacità; così i versi, i canti, la parola hanno un origine comune. Intorno alle fontane, i primi discorsi furono le prime canzoni: i ritorni periodici e misurati del ritmo, le inflessioni melodiose degli accenti fecero nascere la poesia e la musica con la lingua; o meglio tutto ciò che rappresentava la lingua stessa per quei climi e tempi felici, in cui i soli bisogni impellenti che richiedessero la collaborazione degli altri erano quelli che il cuore faceva nascere.
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