sabato 1 febbraio 2014

Gli Hollers (Il lavoro e il canto)

Mentre alla fine del secolo a New Orleans si suonava e si cantava il blues (o quello che poi è stato chiamato blues) in tutti gli Stati Uniti si potevano sentire i lavoratori negri che del blues cantavano le forme più primitive.
"I got de blues,
But I'm too damnmean to cry"
(Mi sento addosso il blues / ma sono troppo crudele per piangere)
Il blues si caratterizzo alle origini come l'espressione di sentimenti individuali, come un racconto personale di estrema semplicità, fatto a volte di un solo verso ripetuto con insistenza.
"Gwine take morphine an' die
Gwine take morphine an' die
Gwine take morphine an' die"
( Prenderò la morfina e morirò)
Molti tra gli stessi cantanti usavano il termine one-verse song per significare che tutta la canzone era basata sulla ripetizione di un solo verso. Per quanto riguarda i braccianti e i raccoglitori di cotone, tra loro questo tipo di canzoni si ritrovavano nella loro forma più rudimentale, gli hollers, grida solitarie, vaganti, che echeggiavano nei campi di cotone. Lo holler aveva radici nel periodo della schiavitù, come testimonia questa descrizione fatta da Frederick Olmsted nel 1853, di una squadra di schiavi del South Carolina che erano stati affittati dal loro padrone ad una compagnia ferroviaria:
"Uno di loro produsse un suono che non avevo mai sentito, un grido lungo, forte, musicale, che saliva, scendeva e si rompeva nel falsetto, mentre la sua voce risuonava nei boschi nell'aria tersa e pungente della notte come un segnale di tromba. Quando aveva finito, la melodia veniva ripresa da un altro, poi da un altro ancora, e infine da molti altri in coro."

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