Cicerone dice che filosofare altro non è che accingersi a morire. Questo avviene perché lo studio e la contemplazione conducono in una certa misura la nostra anima fuori di noi e la occupano separatamente dal corpo, il che è una sorta di iniziazione e di somiglianza alla morte stessa; oppure ciò avviene perché tutta la saggezza e tutto il discorso del mondo si risolvono alla fine nell'insegnarci a non aver paura della morte.
E' incerto dove la morte ci attenda, attendiamola ovunque. La premeditazione della morte è premeditazione della libertà. Il saper morire ci affranca da ogni soggezione e costrizione. Non v'è nulla di male nella vita per colui il quale ha ben compreso che la privazione della vita non è male.
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