Non conosciamo altra bellezza, altra festa che quella che distrugge l'abuso delle banalità quotidiane e dei sentimenti truccati, basterebbe un colpo di vento per trasformare questo delirio permesso nel più grande incendio che la storia conosca.
mercoledì 26 ottobre 2016
Inalare freon René Daumal
Dopo tutta una serie di fenomeni ben conosciuti da coloro che hanno subito un’anestesia generale (rumore di motore a scoppio, formicolio di punti luminosi, ecc), i fosfeni assumevano all’mprovviso un’intensità tale che, anche a occhi aperti formavano davanti a me un velo, impedendomi di vedere dell’altro; nello stesso tempo si disponevano in un mosaico di cerchi e di triangoli, neri, rossi e bianchi, inscrivendosi e circoscrivendosi gli uni cogli altri e muovendosi in base ad una logica rigorosa per quanto geometricamente assurda. […] Con un'evidenza, una chiarezza di cui non posso dare la minima idea, tanto questo carattere di certezza, di necessità assoluta è ignorato dal pensiero umano normale, capivo il senso, sconvolgente, disperante per la sua semplicità come per la sua evidenza, di quel movimento visivo e sonoro: l’ultima parola di tutto, la spiegazione, detta tramite la voce di un assoluto di crudele ironia, dell’esistenza del mio spirito, stava in una specie di ragionamento ultra-logico terribilmente semplice, impossibile da tradurre. Non ho mai accettato, e non potrò mai accettare la fede cristiana in una dannazione eterna; tuttavia in quel momento, che posso recuperare se lo voglio in pochi istanti, ho la certezza, semplice e clamorosa, d’essere proprio io il solo essere irrimediabilmente perduto (e la parola perdita è soltanto una vaga approssimazione) che non sono altro, proprio io, che un semplicissimo circolo vizioso.
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