"Non divengo veramente libero se non attraverso la
libertà altrui, così che più numerosi sono gli uomini liberi – e più profonda e
più ampia è la loro libertà -, più estesa, più profonda e più ampia diviene la
mia libertà. Si realizza la libertà illimitata di ognuno per mezzo della
libertà di tutti. Confermata dalla libertà di tutti, la mia libertà si estende
all’infinito”. (Michail Bakunin) .
Dunque la dimensione positiva della libertà è
eminentemente collettiva; il suo ruolo, però, consiste nel potenziare la
libertà individuale, non nell’indicare all’uomo le direzioni e il senso ultimo
della sua azione, la cui natura rimane irriducibilmente soggettiva e perciò
immune da ogni codificazione di senso proveniente da fonte esterna. Di qui una
delineazione radicale del rapporto tra libertà individuale e contesto sociale,
tra impulso esistenziale ed etica pubblica. Poiché, infatti, “la libertà individuale
e collettiva è l’unica creatrice dell’orine umano”, ne deriva che da essa nasce
“l’assoluto diritto di ogni uomo o donna adulti di non cercare per le proprie
azioni altre conferme che quelle della propria coscienza e della propria
ragione, di non determinarle che per mezzo della propria volontà e di esserne
quindi, prima di tutto responsabili solo verso se stessi e poi nei confronti
della società di cui fanno parte, ma solo in quanto consentono liberamente di
farne parte.
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