venerdì 14 luglio 2023

ROGER CORMAN i film - Parte 8

THE TOMB OF LIGEIA/LIGEIA 1965 / LA TOMBA DI LIGEIA - LA TOMBE DE LIGEIA 

Nel 1861 Ligeia, la giovane moglie di sir Verden Fell, muore, e il marito, nonostante le riserve del pastore sull'ateismo della defunta, la fa seppellire nel cimitero vicino alla chiesa. Un attimo prima che la bara venga  sigillata per sempre, un gatto nero vi balza sopra miagolando mentre Ligeia spalanca gli occhi per un istante. Tempo dopo, la bella lady Rowena, nel corso di una caccia alla volpe, viene disarcionata andando a cadere proprio  accanto alla tomba di Ligeia. Spaventata dalle tombe che la circondano e dai disperati miagolii di un gatto, Rowena perde i sensi. È Fell a soccorrerla e la giovane, nonostante il suo aspetto austero e il sinistro maniero che abita, si sente  profondamente attratta da lui. I due si sposano, e tutto sembra procedere nel migliore dei modi. Ma, tornati dal viaggio di  nozze,  Rowena  avverte il progressivo allontanamento di  Fell, che senza motivo  apparente si assenta ogni notte lasciandola sola. Ad accrescere  i suoi timori, degli incubi notturni in cui vede Ligeia e il gatto la tormentano continuamente: una mattina, al suo risveglio, trova addirittura una volpe morta sul letto. Per uscire dalla solitudine che la stringe, Rowena  rende partecipe delle sue  apprensioni l'amico e ex-corteggiatore Christopher Gough  che, insospettito, dissotterra la bara di Ligeia non trovandovi altro che una figura di cera. Rowena scopre per caso un passaggio segreto  dietro uno  specchio e, seguendolo, sorprende Fell tra le braccia del corpo  conservato di Legeia. La  donna, prima di morire, aveva ipnotizzato il marito portandolo a credere alla sua eterna sopravvivenza. Posseduto dallo spirito di Ligeia, Fell dà fuoco alla casa e cerca di uccidere il gatto. Mentre Christopher riesce a  portare Rowena fuori da quel luogo, Fell e il felino, avvinghiati l'uno all'altro, muoiono nell'incendio. «Per me. Ligeia fu un ritorno alle origini. Mi sono riavvicinato alla linea di Poe e dei miei primi film, House of Usher, The Pit  and the Pendulum   e l'episodio Morella di Tales of Terror. Anzi, Morella e Ligeia sono molto vicini. Quello che era cambiato era il mio punto di vista. Prima ero persuaso che il mondo  nel quale si muovevano  i  nostri personaggi fosse  una  pura creazione dello spirito (di Poe), l'immagine di un mondo  dell'inconscio, e credevo che niente fosse reale. Ecco perche non giravo mai in esterni. Credevo che il minimo accenno realista non potesse che rivelare l'artificio del mondo che rappresentavo. Per Ligeia, invece, ho utilizzato per la prima volta nella serie Poe degli scenari naturali. Ne  avevo  abbastanza    di paesaggi nebbiosi,  e avevo un po' paura di ripetermi.  Con Ligeia ho tentato un approccio tipicamente gotico. Ho trovato una vecchia  abbazia vicino a Norfolk e la abbiamo girato gli esterni, ma ancora non so se le mie teorie sono giuste, se va bene introdurre elementi di realismo in questo tipo di film. E poi Ligeia, di tutti i miei film, è il più vicino a una vera storia d'amore. C'è un  aspetto molto importante in Poe che in passato  abbiamo considerato solo marginalmente, ed è il tema dell'amore  perduto: Annabelle Lee, Leonora, Morella, Ligeia. Penso di poter definire Ligeia come una storia d'amore gotica». (R. Corman). 


THE WILD ANGELS 1966 / I SELVAGGI -  LES ANGES SAUVAGES 

In California, una banda di motociclisti Hell's Angels è capeggiata da Heavenly Blues. Loser, uno della banda, si fa rubare la moto da dei motociclisti rivali, e perde anche il posto di lavoro a causa degli emblemi nazisti che porta addosso. Decisi a riprendersi la moto, gli Angels attaccano il ritrovo dei rivali e compiono la loro vendetta ma, durante l'inseguimento, Loser viene ferito seriamente da un poliziotto e portato all'ospedale. Heavenly e i suoi, nel corso di un'orgia, decidono di andare a riprendere il loro compagno, e  cosi fanno. Ma Loser, privato della necessaria assistenza medica, muore di li a poco.  Incuranti del rischio che comporta per loro esporsi in pubblico, gli Angels lo vogliono seppellire al suo paese natale: durante la cerimonia funebre, i convenzionali discorsi del pastore scatenano la reazionedella banda che, in chiesa, se la prende con il sacerdote facendolo finire nella bara. La giovane vedova viene violentata e il corpo di Loser preso per essere avvolto in un drappo nazista. La gente del posto, esasperata dall'atteggiamento degli Angels, li attacca, scatenando una rissa furibonda. All'arrivo della polizia, tutti i motociclisti si danno alla fuga: il solo Heavenly Blues, mormorando le parole “Non c'è posto in cui andare”, sceglie di restare, consapevole dell'inutilità della vita condotta fino ad allora. Verrà arrestato. “Ho voluto rivedere il film di Benedek The Wild One (Il selvaggio) che all'epoca avevo amato molto, per essere ben certo di non andare nella stessa direzione. Il film di Benedek mi è parso oggi vuoto di senso,  gratuito, ma soprattutto trovo che è invecchiato enormemente. Restano, è chiaro, i saggi di bravura di Marlon Brando e di Lee Marvin. Solo per questo il film ha ancora qualche valore. Detto questo, il mio intento era tutt'altro quando ho cominciato a girare The Wild  Angels, a partire anche solo dal fatto che ho girato totalmente in esterni e in ambienti naturali, mentre il film di Benedeck è stato girato quasi interamente in studio”. (R. Corman) 

THE ST. VALENTINE'S DAY MASSACRE 1967 / IL  MASSACRO  DEL GIORNO DI S. VALENTINO - L'AFFAIRE AL CAPONE 

Chicago, 1929: la città è divenuta capitale mondiale del crimine. Il numero dei delitti è impressionante: 918 in nove anni. Le bande, che grazie al proibizionismo hanno incassato fior di milioni, cercano continuamente di farsi lo sgambetto e assumere il controllo totale delle operazioni. La lotta maggiore si svolge tra  Al Capone, re dei gangster, e Bugs Moran, un boss meno potente ma altrettanto intraprendente. La sua prima sfida consiste nell'inviare i suoi uomini di fiducia, Peter e Frank Gusenberg, in giro per i bar clandestini, obbligando i proprietari a comprare la sua  birra invece di quella di Capone. Questi risponde colpo su colpo, ma si trova costretto ad un atto esemplare quando Moran fa uccidere  Patsy Lolardo, suo personale amico e protetto. 11 14 febbraio 1929, mentre alcuni uomini di Capone si fingono contrabbandieri e vendono un carico d'alcool a Moran, il resto della banda, in uniformi da poliziotto, fa irruzione nel garage in cui ha luogo la transazione  e, con spietata freddezza, uccide a colpi di mitra sette uomini di Moran. Capone, in viaggio in Florida per crearsi un alibi, viene a sapere che Moran non è tra i morti: è l'inizio della sua fine. I responsabili del massacro moriranno di morte violenta nei due anni successivi e Capone stesso, al centro della pubblica indignazione, verrà arrestato per frode fiscale, e morirà in carcere di una malattia venerea. Il film, prodotto dalla 20th Century Fox, permise a Corman di disporre di un budget assai più consistente del solito, circa 2.500.000 dollari. Ma il regista, ancorato alle sue vecchie abitudini di economia, riuscì a  risparmiarne 400.000. La parte di Al Capone avrebbe dovuto essere interpretata da Marlon Brando, che poi rinunciò lasciando il posto a Jason Robards jr.

A TIME FOR KILLING / THE LONG RIDE HOME 1967 / ASSALTO FINALE - LA POURSUITE DES TUNIQUES BLEUES 

Verso la fine della  guerra di secessione, un gruppo di prigionieri sudisti riesce a fuggire dal Forte del maggiore Wolcott.  Li guida il capitano Bentley, che ormai ha fatto dell'odio la sua ragione di vita. Durante la fuga, i sudisti si trovano sulla strada di un convoglio nordista: uccisi  tutti gli uomini di scorta, fanno prigioniera Emily, fidanza di Wolcott, che si  stava recando al  Forte  per incontrarsi con  il maggiore. Bentley violenta la donna e quindi riprende il cammino, tenendo nascosta ai suoi uomini la notizia della fine della guerra, comunicatagli da un portaordini subito ucciso. Wolcott, sulle tracce dei fuggitivi, ritrova Emily che lo spinge a continuare  l'inseguimento e a non dare tregua a Bentley. Infine, arriva il giorno dello scontro: i nordisti hanno la meglio e Bentley viene colpito a morte, ma  ha il tempo di rivelare a Wolcott che anche Emily era a conoscenza della fine della guerra, e che lo ha  spinto ad ucciderlo solo per motivi  di vendetta personale. Corman, scaduto il contratto con l'A.I.P., firmò  con la Columbia per portare sullo schermo un soggetto di  Robert Towne intitolato The Southern Blade. Il regista intendeva esporre nel film il proprio personale punto di vista sulla  guerra di secessione ma la Columbia, che proprio in quel periodo aveva avuto simili difficoltà per la realizzazione di Major Dundee (Sierra Charriba) di Peckinpah, cercò in ogni modo di rendere la vita difficile a Corman, costringendolo ad abbandonare il film dopo quindici giorni di riprese. Al suo posto fu chiamato Phil  Karlson. Nei titoli di testa non rimane traccia del nome di Corman, così come di quelli dello sceneggiatore Robert Towne e del montatore Monte  Hellman. Delle scene girate da Corman,  restano quelle  iniziali del Forte  e quelle dell'imboscata al convoglio vicino al  fiume. 


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