Con il Ritratto del cancelliere Séguier (295 x 351; Parigi, Louvre) Le Brun paga un debito di gratitudine nei confronti del suo primo protettore e committente, Pierre Séguier, conte di Gien e duca di Villemor, personaggio di grandissimo rilievo del regno di Luigi XIV e prima ancora di Richelieu. Presentato in primo piano, come su una scena teatrale, accompagnato dal corteo (nello scudiero che regge il parasole si è individuato un autoritratto di Le Brun) e in tutta la pompa del suo rango, egli rappresenta il paradigma di tutta una classe sociale, quella dell'entourage della corte: l'artista, fissando i dettagli del suo costume e di quello del seguito — fiocchi, nastri, cappelli piumati, passamanerie, broccati — non solo indica l'elevato grado sociale del personaggio ma celebra appunto il trionfo del suo gruppo. Nella sua pacata dignità, nel fasto calmo e solenne del corteo, nel freddo elegantissimo splendore delle tonalità giocate su oro, bianco e grigio-azzurro, l'opera riflette il gusto del Grand Siècle per le composizioni equilibrate, classiche nella loro pur articolata simmetria.
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