In un recente lavoro sull'etnobotanica Cahuilla scritto dall'antropologo Lowell J. Bean e da Katherine Siva Saubel - membro del consiglio tritiate della Riserva Cahuilla a Los Coyotes e lei stessa una eminente studiosa delle tradizioni e della cultura del suo popolo - troviamo una vasta discussione su quegli aspetti che sono sopravvissuti nel rito della Datura e sui suoi significati molteplici presso i moderni Cahuilla, la cui lingua appartiene al ramo Shoshone degli Ute-Aztechi e che storicamente sono in stretta relazione non soltanto con i loro vicini di lingua Shoshone ma anche con gli Hopi dell'Arizona, e con quelli un po'più distanti, ovvero: gli Huichol, i Cora e gli altri popoli che parlano le lingue Uto-Azteche in Mesoamerica. Oltre al ruolo cruciale
svolto dalla pianta nel rituale dell'iniziazione dei giovani, che sono simili tra i Luiseno, i Gabrieleno e altre tribù del deserto e della costa della California meridionale, gli autori hanno rilevato che la Datura consente al puul (sciamano) di trascendere dalla realtà quotidiana ed entrare in contatto con degli speciali spiriti guardiani, nonché di volare magicamente verso l’Aldilà o trasformare se stesso in certi animali come il leone di montagna o l'aquila. Questi voli e queste trasformazioni nella trance della Datura fanno parte della necessaria routine dello sciamano, affinché egli porti informazioni sull’ Aldilà e sull’oltretomba, dopo aver visitato i morti o recuperato le anime smarrite e vagabonde.
La Datura è molto importante anche in medicina. Come tra gli Zuni e gli Aztechi, la pianta è anche impiegata dagli sciamani Cahuilla come calmante sotto forma di unguento o di crema da usare per la sistemazione di fratture o slogature o per far passare il mal di testa e come antidolorifico in generale. A seconda dell'effetto desiderato, gli Indiani di solito usavano la radice sotto forma di bevanda o fumandone le foglie, o mescolando radici e foglie con altre parti della pianta combinandole in modo tale da ricavarne un impiastro medicinale.
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