lunedì 3 febbraio 2020

THE CONFESSIONS OF THOMAS QUICK di Brian Hill

Nel 1980, in Svezia, l’undicenne Johan Asplund usci di casa per andare a scuola. Nessuno l’ha più rivisto. Tredici anni dopo, durante una seduta di terapia nella clinica di Sater, nel nord della Svezia, un paziente di nome Thomas Quick confessa al suo terapeuta di aver rapito, stuprato e ucciso Johan. E altre 39 persone. Sembrerebbe la storia di un sadico e folle assassino: in realtà, come racconta il film, e qualcosa di ancor piu sorprendente e sconcertante.

“The Confessions of Thomas Quick e la storia del piu prolifico serial killer della Scandinavia.Ha confessato, in un periodo di 10-15 anni, 39 omicidi e poi, dopo circa altri 10 anni ha improvvisamente dichiarato di non aver commesso nessuno di questi delitti, ha ritrattato tutte le sue confessioni e si e dichiarato innocente. Anche se e stato condannato per 8 degli omicidi confessati. Tutti i casi sono stati riaperti e Thomas e stato assolto, dichiarato innocente e scarcerato. Tomas Quick alias Sture Bergwall e stato intervistato da giornalisti provenienti da Svezia, Spagna, Australia, Stati Uniti. La gente arrivava da ogni luogo per vederlo, affascinata dalla sua storia. Io non volevo fare un film dal taglio giornalistico. A me interessava dare una forma cinematografica agli eventi, trovare il modo di analizzare ciò che e accaduto a Thomas e soprattutto capire perche tutto ciò gli e accaduto, perche gli psichiatri, i terapeuti, la polizia e il sistema giudiziario hanno creduto che quest’uomo fosse un serial killer”. (Brian Hill)
Brian Hill e un regista pluripremiato. I suoi film sono andati in onda sulle più importanti emittenti del Regno Unito e in molti altri paesi nel mondo. E stato nominato otto volte per i Bafta, vincendo per tre volte. Negli ultimi 20 anni e stato direttore generale della Century Films, una delle principali società di produzione indipendenti del Regno Unito.
(Occhi grandi, bocca all’ingiù, denti irregolari e testa quasi calva, Sture Bergwall ha occupato, negli anni ’90, le pagine di cronaca nera dopo essersi assunto la responsabilità di 30 brutali omicidi. Condannato per 8 delitti, è passato rapidamente alla storia come il più grande serial killer svedese di tutti i tempi, l’Hannibal Lecter scandinavo che nei rituali macabri delle sue scellerate imprese ripeteva meccanicamente un episodio raccapricciante della sua dolorosa infanzia.
Meglio conosciuto come Thomas Quick, il sedicente rapitore e assassino di Charles Zelmanovitis, Yenon Levi e Therese Johannesen, fu internato, da giovane, in un istituto a metà fra la prigione e l’ospedale psichiatrico, dove, con l’aiuto di un laborioso pool di terapisti e massicce dosi di benzodiazepina, assurse al rango di star, di “paziente di lusso” da premiare con cene al ristorante o sigari di prima scelta dopo ogni singola travagliata ammissione di colpa.)

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