Quando l'uomo emerse dal suo passato bruto, migliaia di anni fa, ci fu una tappa nell'evoluzione della coscienza, in cui la scoperta di un fungo dalle proprietà miracolose, fu una rivelazione per lui, un vero e proprio detonatore dell'anima, che fece sorgere in lui sentimenti di timore e reverenza, e gentilezza e amore, al grado più alto di cui l'umanità è capace, tutti quei sentimenti e quelle virtù che l'umanità ha sempre considerato i più alti attributi della specie. Ha visto cose che il suo occhio mortale non può vedere. Quanta ragione avevano i Greci a nascondere questo Mistero, il bere la pozione, dietro il segreto e la vigilanza! Quello che oggi si riduce ad una semplice droga, una tripramina o un derivato dell'acido lisergico, fu per lui un prodigioso miracolo, che gli ispirò la poesia, la filosofia, la religione. Forse con tutte le nostre moderne conoscenze non abbiamo più bisogno di funghi sacri. O forse ne abbiamo bisogno più che mai? Qualcuno può rimanere scioccato dal fatto che la chiave della religione possa essere ridotta ad una semplice droga. D'altra parte la droga è misteriosa come mai: "come il vento viene, nessuno sa da dove né perché". Dietro una semplice droga c'è l'ineffabile, c'è l'estasi. Non è l'unico caso della storia dell'umanità in cui l'umile ha dato origine al divino. Parafrasando un testo sacro porremmo dire che questo paradosso un'affermazione pesante, la più difficile da credere.
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