martedì 5 gennaio 2016

Il porto delle nebbie di Marcel Carné

Un disertore della legione straniera, Jean, vive nascosto nel porto di Le Havre in attesa di un imbarco. Qui conosce Nelly, una ragazza orfana. I due si innamorano, ma il loro amore è ostacolato da Zabel (tutore di Nelly) e da Lucien (capo di una banda di malviventi) i quali insidiano senza successo la giovane. Jean sorprende Zabel mentre questi sta cercando di abusare di Nelly e lo uccide; cerca di imbarcarsi per l'America clandestinamente, ma viene ucciso da Lucien.

Descrivere la semplice vita del popolo, rendere l'atmosfera della sua laboriosa umanità, non è forse meglio che descrivere invece l'ambiente torbido e surriscaldato dei dancing, di un'irreale nobiltà, di locali notturni fin troppo visti al cinema? (Marcel Carné, in "Cinémonde" n.85, 1930)

Si può dire dei film del neo-realismo francese che essi sono stati un gridi d'allarme: e che la cruda rappresentazione di fatti di violenza e di sangue, che in essi si è costantemente celebrata, è stato un tentativo, assai nobile, non solo e non tanto di descrivere condizioni umane particolarissime, ma anche di ricercarne le cause e le responsabilità. Cause e responsabilità sociali individuate benissimo, e che avrebbero dovuto interessare e preoccupare non solo la cosiddetta opinione, ma anche e soprattutto i governanti. I quali, evidentemente, hanno invece creduto più seri e attraenti gli scherzi villerecci, poniamo di un Pagnol. (Umberto Barbaro, in "Film" n.23, 5 giugno 1943)  
 

Nessun commento:

Posta un commento