Un disertore della legione straniera, Jean, vive nascosto nel porto di Le Havre in attesa di un imbarco. Qui conosce Nelly, una ragazza orfana. I due si innamorano, ma il loro amore è ostacolato da Zabel (tutore di Nelly) e da Lucien (capo di una banda di malviventi) i quali insidiano senza successo la giovane. Jean sorprende Zabel mentre questi sta cercando di abusare di Nelly e lo uccide; cerca di imbarcarsi per l'America clandestinamente, ma viene ucciso da Lucien.
Descrivere la semplice vita del popolo, rendere l'atmosfera della sua laboriosa umanità, non è forse meglio che descrivere invece l'ambiente torbido e surriscaldato dei dancing, di un'irreale nobiltà, di locali notturni fin troppo visti al cinema? (Marcel Carné, in "Cinémonde" n.85, 1930)
Si può dire dei film del neo-realismo francese che essi sono stati un gridi d'allarme: e che la cruda rappresentazione di fatti di violenza e di sangue, che in essi si è costantemente celebrata, è stato un tentativo, assai nobile, non solo e non tanto di descrivere condizioni umane particolarissime, ma anche di ricercarne le cause e le responsabilità. Cause e responsabilità sociali individuate benissimo, e che avrebbero dovuto interessare e preoccupare non solo la cosiddetta opinione, ma anche e soprattutto i governanti. I quali, evidentemente, hanno invece creduto più seri e attraenti gli scherzi villerecci, poniamo di un Pagnol. (Umberto Barbaro, in "Film" n.23, 5 giugno 1943)
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