Non conosciamo altra bellezza, altra festa che quella che distrugge l'abuso delle banalità quotidiane e dei sentimenti truccati, basterebbe un colpo di vento per trasformare questo delirio permesso nel più grande incendio che la storia conosca.
domenica 22 dicembre 2013
Il Rifiuto del Lavoro
Nell'esaltazione del lavoro, negli instancabili discorsi sulla benedizione del lavoro, vedo la stessa risposta intenzione che si nasconde nella lode alle azioni impersonali di comune utilità: la paura, cioè, di ogni realtà individuale, in fondo, alla vista del lavoro - e con ciò si intende sempre quella faticosa operosità che dura dal mattino alla sera - si sente oggi che il lavoro come tale costituisce la migliore polizia, che tiene ciascuno a freno e riesce a ostacolare validamente il potenziarsi della ragione, dei desideri, del gusto dell'indipendenza. Esso logora straordinariamente una gran quantità di energia nervosa e la costringe a riflettere, al meditare, al sognare, al preoccuparsi, all'amare e all'odiare. Esso pone costantemente sott'occhio un meschino obiettivo e procura facili e regolari appagamenti. Così una società in cui di continuo si lavora duramente, avrà maggior sicurezza: e si adora oggi la sicurezza come la divinità somma. E ora! Orribile! Proprio il lavoratore si è fatto pericoloso! Gli individui pericolosi brulicano! E dietro a essi, il pericolo dei pericoli - l'individuum!
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