domenica 1 dicembre 2013

IL BLUES SINGER

La chiesa e la religione come istituzioni sociali e come sistemi di credenze forse fornirono alla comunità nera un contesto globale e universale in cui inserirsi, una struttura che per alcuni era una difesa dagli aspetti più crudeli della realtà, per altri un rifugio e una sorgente di forza: questo contesto dava autorità e dignità agli anziani e ai capi, e il contenuto emotivo e l'esuberanza delle sue funzioni sacre e della sua musica dava uno sbocco ai sentimenti repressi, alle gioie comuni. C'era comunque un universo parallelo di divertimento laico che lo costeggiava non senza difficoltà e con frequenti tensioni; era il mondo del blues. Poiché questa musica era considerata "peccaminosa", "diabolica", il blues singer era continuamente chiamato a redimersi, e i genitori tenevano lontano i loro figli dal blues. Il blues singer poteva difendersi accusando il predicatore di essere un ipocrita, di blandire e di sfruttare vergognosamente la superstizione degli altri. Ma nonostante i conflitti, i due mondi spesso si sovrapponevano, molti blues singers "si convertivano" e qualche predicatore si dava al blues. Il blues singer era in grado di dare forma a sentimenti e atteggiamenti che la chiesa raramente toccava: la visione globale fornita dalla religione era completata dal mondo interiore dei sentimenti personali, delle emozioni vissute a livello individuale ma condivise col gruppo. Quando si chiede ai blues singers di definire il blues, molti rispondono:" the blues is a feeling" (il blues è un sentimento). 

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