L'anarchico individualista rifiutando ogni forma di organizzazione, necessariamente autoritaria, anche la più liberale, non appartiene a nessuna, ma frequenta un gruppo, a condizione che sia gli altri compagni che egli stesso abbiano voglia di incontrarsi. Ci si mette dunque d'accordo sul fatto di ritrovarsi tale giorno, a tale ora, in tale luogo, e niente di più. Il gruppo non elegge alcun dirigente, non stabilisce l'ordine del giorno (ma evidentemente non ci si riunisce solo per parlare del tempo, anche se questo non è certo proibito), non chiede alcuna quota sociale, non esige assiduità. E' un punto di libero incontro, più per la reciproca educazione che per l'azione: "dei semplici appuntamenti grazie ai quali degli amici si riuniscono fra di loro ogni settimana per parlare delle cose che li interessano", scrive Emile Gautier nel 1883. A causa della mancanza di organizzazione, e quindi evidentemente di verbali, resoconti, e di centralizzazione, ci sono pochi elementi sull'importanza dei gruppi anarchici. In Francia, il numero dei gruppi anarchici parigini viene valutato nel 1888, da La Révolte, a una decina (14 secondo un rapporto della polizia).
Nella sua Storia del movimento anarchico in Francia, Jean Maitron valuta a 2500 il numero dei compagni che frequentano i gruppi nel 1881 e a 10.000 quello dei simpatizzanti. Per la parte aneddotica, notiamo che a quell'epoca i gruppi si davano dei nomi: c'è stata la Pantera delle Batignolles, gli Uomini di Fatica, la Lega degli Antipatrioti, l'Audace, i Cuori di quercia, la Rivolta- Alla vigilia delaa guerra del 1914, però, un buon numero di gruppi avevano sentito il bisogno di riunire le forze anarchiche, creando così una Federazione Comunista Anarchica, poi una Federazione Comunista Libertaria dopo il 1918.
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