Dichiarazione di Auguste Vaillant al processo per la bomba alla Camera dei Deputati del 9 dicembre 1893: "Concludo signori, riaffermando che una società nella quale pullulano iniquità sociali pari a quelle che ci affliggono, nella quale la miseria costringe al suicidio, in cui i monumenti sono caserme e bagni penali, deve rinnovarsi senza indugio sotto pena di essere cancellata nel più breve termine della storia della specie umana.
Salve a chi lavora a questa trasformazione, quali siano le armi di cui si giovi. E' l'idea che mi condusse a sfidare l'autorità e poiché nell'aspro duello non ho che ferito il mio avversario, tocca ora a questo la rivincita.
Ed ora, signori qualunque sia la pena di cui mi vorrete colpire, sarà ben misera cosa: non posso trattenermi dal sorridere guardandovi coi freddi occhi della ragione, atomi perduti della materia pretendere al diritto di giudicare i vostri simili perché ... perché avete un prolungamento del midollo spinale.
Povera cosa la Corte, la giustizia, il vostro verdetto nella storia dell'umanità, povera cosa la storia stessa nel turbine che la trascina per l'immensità a spegnersi a ricostituirsi per ricominciare e la stessa storia e gli stessi fatti, perpetuo gioco delle forze cosmiche che si rinnovano e si trasformano all'infinito."
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