martedì 30 luglio 2013

I GRUPPI

L'anarchico individualista rifiutando ogni forma di organizzazione, necessariamente autoritaria, anche la più liberale,  non appartiene a nessuna, ma frequenta un gruppo, a condizione che sia gli altri compagni che egli stesso abbiano voglia di incontrarsi. Ci si mette dunque d'accordo sul fatto di ritrovarsi tale giorno, a tale ora, in tale luogo, e niente di più. Il gruppo non elegge alcun dirigente, non stabilisce l'ordine del giorno (ma evidentemente non ci si riunisce solo per parlare del tempo, anche se questo non è certo proibito), non chiede alcuna quota sociale, non esige assiduità. E' un punto di libero incontro, più per la reciproca educazione che per l'azione: "dei semplici appuntamenti grazie ai quali degli amici si riuniscono fra di loro ogni settimana per parlare delle cose che li interessano", scrive Emile Gautier nel 1883. A causa della mancanza di organizzazione, e quindi evidentemente di verbali, resoconti, e di centralizzazione, ci sono pochi elementi sull'importanza dei gruppi anarchici. In Francia, il numero dei gruppi anarchici parigini viene valutato nel 1888, da La Révolte, a una decina (14 secondo un rapporto della polizia). 
Nella sua Storia del movimento anarchico in Francia, Jean Maitron valuta a 2500 il numero dei compagni che frequentano i gruppi nel 1881 e a 10.000 quello dei simpatizzanti. Per la parte aneddotica, notiamo che a quell'epoca i gruppi si davano dei nomi: c'è stata la Pantera delle Batignolles, gli Uomini di Fatica, la Lega degli Antipatrioti, l'Audace, i Cuori di quercia, la Rivolta- Alla vigilia delaa guerra del 1914, però, un buon numero di gruppi avevano sentito il bisogno di riunire le forze anarchiche, creando così una Federazione Comunista Anarchica, poi una Federazione Comunista Libertaria dopo il 1918. 

sabato 27 luglio 2013

Georges I. Gurdjieff

Un mago, un avventuriero, uno stregone, un paraculo, un commerciante di tappeti, un saggio o tutte le cose insieme. Uno dei personaggi più di successo nella pittoresca fauna dell'Internazionale Irrazionalista che batteva gli scombussolati e accoglienti salotti buoni dell'aristocrazia e della buona borghesia europea all'inizio del secolo. Lo strumento karmico per scuotere e far piegare la schiena a dei pigri occidentali benestanti con sensi di colpa o per fornire degli indizi ai sinceri ricercatori sulla via dell'auto-realizzazione. Terrorista psichico deciso a distruggere senza pietà le credenze ed i punti di vista radiati da secoli nella mente e nei sentimenti dell'uomo, originario del Caucaso, figlio di un cantastorie, curioso e instancabile viaggiatore (Fra il 1887 e il 1907 si situano i “vent’anni mancanti” nella biografia di Gurdjieff. Si sa che con altri amici forma un gruppo chiamato dei “Cercatori della verità”, compie numerosi viaggi che lo portano dal Medio Oriente all’India, dall’Asia Centrale al Tibet, visitando monasteri e centri religiosi, e cercando una misteriosa “Confraternita di Sarmoung”, di cui aveva trovato un riferimento nel 1886), mise a punto un sistema d'insegnamento esoterico mutuato in gran parte dal sufismo e dall'occultismo occidentale. Adattando dottrine tradizionali ad un linguaggio moderno il suo pensiero ha avuto un'influenza importante sull'idealismo europeo e americano, Katherine Mansfield, René Daumal, Ouspenskij, A.R. Orage, Jung, Henry Miller sono solo alcuni nomi, o come Pamela Travers, la creatrice di Mary Poppins che al maestro ha reso spesso esplicito omaggio. La sua scuola di Fontainebleau in Francia attrasse un numero notevole di studenti entusiasti, grazie ai quali le sue idee ebbero una eccezionale diffusione.

giovedì 25 luglio 2013

Dichiarazione di Auguste Vaillant

Dichiarazione di Auguste Vaillant al processo per la bomba alla Camera dei Deputati del 9 dicembre 1893: "Concludo signori, riaffermando che una società nella quale pullulano iniquità sociali pari a quelle che ci affliggono, nella quale la miseria costringe al suicidio, in cui i monumenti sono caserme e bagni penali, deve rinnovarsi senza indugio sotto pena di essere cancellata nel più breve termine della storia della specie umana.
Salve a chi lavora a questa trasformazione, quali siano le armi di cui si giovi. E' l'idea che mi condusse a sfidare l'autorità e poiché nell'aspro duello non ho che ferito il mio avversario, tocca ora a questo la rivincita.
Ed ora, signori qualunque sia la pena di cui mi vorrete colpire, sarà ben misera cosa: non posso trattenermi dal sorridere guardandovi coi freddi occhi della ragione, atomi perduti della materia pretendere al diritto di giudicare i vostri simili perché ... perché avete un prolungamento del midollo spinale. 
Povera cosa la Corte, la giustizia, il vostro verdetto nella storia dell'umanità, povera cosa la storia stessa nel turbine che la trascina per l'immensità a spegnersi a ricostituirsi per ricominciare e la stessa storia e gli stessi fatti, perpetuo gioco delle forze cosmiche che si rinnovano e si trasformano all'infinito."  

lunedì 22 luglio 2013

RAIN the Beatles

Unanimemente considerata la migliore delle facciate B dei singoli dei Beatles, RAIN manifesta la vibrante lucidità di una esperienza positiva con l'LSD. Tuttavia, le immagini del linguaggio meteorologico sarebbero banali se si limitassero a svolgere funzione di metafora. Ciò che le modifica è la mera presenza sonora del brano: un tentativo di comunicare il lucente peso del mondo così come appare a chi sia sotto l'influsso della droga. Il sole e la pioggia di Lennon sono fenomeni fisici sperimentati in una condizione di coscienza intensificata, e il disco ritrae uno stato mentale nel quale un'individuo si sente quietamente a casa sua in un universo unificato. In quanto tale, RAIN è la prima canzone pop a tracciare una netta distinzione "noi e loro" tra i figli della rivoluzione psichedelica di Leary e il supposto inconsapevole materialismo della cultura dei loro genitori. Qui il gap generazionale del dopoguerra acquisisce quel significato filosofico che presto avrebbe conquistato l'immaginazione della gioventù occidentale.
Rivolta spirituale contro le coercizioni delle convenzioni culturali e dei formalismi sociali, il movimento hippie era stato solennemente proclamato al Trips Festival di San Francisco tre mesi prima che i Beatles entrassero in studio di registrazione ad Abbey Road per cominciare Revolver. Gli hippies, discendenti psichedelici dei movimenti per la libertà di parola, antinucleari, pacifisti dell'inizio degli anni Sessanta, rifiutavano la società dei "normali" per un'utopistica comunità nella quale il sesso era libero, la mente era vista con diffidenza e l'autodeterminazione pacifica era considerata la cosa più importante. Ispirato dall'LSD, l'ideale sottointeso del movimento era il ritorno all'Eden: un recupero della visione senza pregiudizi del bambino. Una visione analoga è rivelata in RAIN.

Se viene la pioggia, loro corrono a nascondersi.
E' come se fossero morti,
se viene la pioggia, se viene la pioggia.
Quando il sole splende, loro si acquattano all'ombra
a succhiare limonata,
quando il sole splende, quando il sole splende.
Piove, ma non me ne importa.
C'è il sole, il tempo è bello.
Ti posso dimostrare che quando si mette a piovere
le cose non cambiano,
ti posso dimostrare, ti posso dimostrare.
Piove, ma non me ne importa.
C'è il sole, il tempo è bello.
Che piova o ci sia il sole, credimi,
è solo uno stato della mente,
vuoi credermi, vuoi credermi?  

venerdì 19 luglio 2013

La Castrazione dei Desideri

L'uomo dei desideri è stato scacciato dal suo corpo dal lavoratore in cui si è trasformato. L'economia non ha potuto prendere il potere se non economizzando la vita, trasformando l'energia libidica in forza di lavoro, gettando l'interdetto sul godimento, sulla gratuità naturale in cui il desiderio si compie e rinasce senza sosta.
Le pulsioni del corpo - i bisogni primari di nutrirsi, di muoversi, di esprimersi, di giocare, di accedere al piacere sessuale - sono stati irregimentati in una guerra di conquista dedicata al profitto ed al potere.E' una guerra che, pur non riguardandoli affatto, li colpisce tuttavia fin nella loro volontà di sfuggirle.
Separato dai suoi desideri di realizzazione, l'individuo ritrova di fronte a sé soltanto le molteplici modalità della sua morte. Il lavoro diventa un comodo suicidio, con un'ipocrisia tutta sociale: comincia col togliere l'essenziale della vita e la routine fa il resto.
Se non esistesse nel cuore dell'infanzia una così precisa castrazione, credete forse che tante generazioni avrebbero permesso, con la loro servitù volontaria, tante tirannie secolari?

martedì 16 luglio 2013

LA BICICLETTA

Strumento primario di iniziazione, del passaggio dell'esperienza da parte dell' "anziano" amorevole. Pensateci bene, nessuno che ci vuole male potrà mai insegnarci a pedalare. Come in ogni iniziazione che si rispetti c'è la perdita di sangue e la ferita che segna il distacco (le ginocchia sbucciate e le mani scartavetrate). E la meraviglia di sentire il corpo entrare in automatica, il superare la goffaggine iniziale delle nuove movenze, zac! la coscienza improvvisa che il vero equilibrio è nel movimento piuttosto che nella staticità. La rinnovata confidenza col nostro sistema neuromuscolare aiutata dalla preghiera cigolante delle ruote sulla strada. Una meditazione tubolare completa, in contemplazione attiva, tra il paesaggio fermo e il fiume del traffico che mentre pedali si scambiano le parti: in movimento il primo e congelato il secondo. Come nuotare e fare l'amore, l'andare in bicicletta è programmato da qualche parte dei nostri geni, una volta appreso è impossibile dimenticarlo. Il modello insuperato dello spostamento socialmente responsabile, senza spreco di risorse, non stressante e per di più divertente. La civiltà di un paese è direttamente proporzionale al rispetto per i propri ciclisti. Andare in bicicletta non implica nessuna stupida esibizione di potenza, richiede solo ottimismo e coraggio (dare le spalle alle auto è un vero atto di fede, compito del nostro guerriero interiore). I Provos con le loro biciclette bianche a disposizione di chiunque. Alfred Jarry e la sua patafisica scintillante bicicletta da corsa. Albert Hofman e la fatata pedalata del 43. Le spettacolari bici fabbricate a Christiania. Veicolo egualitario, foriero di intimità (portato mai nessuno in canna?) la bici è il muesli dei mezzi di trasporto. Se i popoli precolombiani ignoravano la ruota per gli spostamenti e la utilizzavano solo per i giocattoli, se i tibetani la concepivano esclusivamente per i loro strumenti di preghiera, la bicicletta è la splendida sintesi degli usi possibili della ruota: gioco, trasporto e preghiera.

sabato 13 luglio 2013

AZIONE DIRETTA


"Azione individuale o collettiva esercitata contro l'avversario sociale con i soli mezzi dell'individuo o del gruppo" (Enciclopedia Anarchica) - mentre l'azione parlamentare , o indiretta, ha luogo sul terreno detto legale tramite le formazioni politiche e i loro eletti. Un operaio, un sindacato, che rivendicano, discutono col padrone, fanno azione diretta. Questa può essere legale o illegale, difensiva o preventiva; senza escludere il ricorso alla violenza, non è necessariamente violenta. In periodo rivoluzionario, lo sciopero insurrezionale rappresenta la forma estrema dell'azione diretta, dato che il suo scopo è quello di permettere alla classe operaia di impadronirsi degli strumenti di produzione e di scambio. In questo caso, necessariamente violenta, diventa il primo atto politico del proletariato che instaura la proprietà collettiva. 
Rivendicazioni, manifestazioni, scioperi, sabotaggi sono tutte forme dell'azione diretta che seguono la storia del movimento operaio. La storia del movimento anarchico, da parte sua, mette in rilievo atti individuali di azione diretta che, pur senza attaccare direttamente lo stesso regime, hanno posto in stato di insicurezza uno o l'altro dei rappresentanti dello Stato, del suo apparato giudiziario o poliziesco, e dell'ordine borghese.

giovedì 11 luglio 2013

ZAFFERANO

Pianta erbacea perenne alta 5-15 cm; fiorisce da settembre a novembre.
E' una pianta che è stata coltivata in Oriente fin dall'antichità, citata nella Bibbia e nell'Iliade, usata come panacea, per aumentare la potenza sessuale, contro l'ubriachezza e per stimolare il sonno, fino a diventare un bene prezioso; spesso falsificato, esportato in tutta Europa per tingere gli abiti regali e come profumo.
In Grecia si credeva che avesse potere curativi e divini (gli indovini e i profeti lo chiamavano sangue di Ercole), oltre che protettivi contro le malattie, sottoforma di amuleto, e come antidoto in miscela con il vino. A Creta e Thera lo zafferano avrebbe avuto un uso rituale, in relazione all'adorazione degli dei e della natura, oltre che alla fecondità. Plinio il Vecchio riporta che è narcotico, afrodisiaco e che snebbierebbe la testa, oltre a essere ingrediente di vini.
Era anche un componente di miscele per fumigazioni a uso magico.
Tra XVIII e XIX secolo, è stato impiegato come inebriante in modo simile al papavero sonnifero.
Nel Medioevo in Europa, era un mezzo magico per combattere il "Fuoco di Sant'Antonio", o ergotismo, causato dall'ergot. Era anche componente del laudano, preparato antidolorifico e sedativo a base di oppio creato da Paracelso. Nell'Inghilterra Vittoriana, si usava contro le costipazioni e in Occidente generalmente come calmante, contro crampi e ubriachezza. Nella medicina ayurvedica e islamica, si usa per calmare i nervi, nella medicina mistica dell'Islam si dice che la pianta rafforzi l'animo, sviluppi la potenza sessuale nei giovani e allevi i dolori articolari, mentre in Beluchistan si usa nello Yogurt contro la dissenteria e nello Yemen come stimolante. Nella medicina popolare, gli usi sono come sedativo e contro i crampi. Nella fitoterapia moderna, si usa per mestruazioni dolorose e dolori lombari concomitanti, dispepsie atoniche, tossi insistenti, spasmi bronchiali, asma e disturbi della dentizione.
A basse dosi, eccita e dà euforia, ad alte dosi ha un effetto più propriamente narcotico simile a quello dell'oppio. Causa mal di testa ed è abortivo. Può essere piuttosto pericoloso, anche letale, per i bambini.   

lunedì 8 luglio 2013

La frustrazione crea la mancanza di misura

Il cuore è la prima e fondamentale guida di un individuo in cerca dell'armonia con il tutto. E' il perno energetico perfettamente equidistante tra il mentale e il naturale, che registra e decodifica le oscillazioni degli altri chakra. Solo quando l'energia del cuore è perfettamente pulita e libera di fluire senza costrizioni, potrà instaurarsi nel nostro essere uno stato di perfetta letizia.
La frustrazione crea la mancanza di misura. Quando la gente si sente frustrata, ha bisogno di occupare più spazio e avere più forza. Mentre la gente soddisfatta è felice di quello che ha. Per esempio chi smette di fumare, è così frustrato, che diventa enormemente grasso, anche se non mangia quasi nulla. La frustrazione nelle organizzazioni dà origine alla enorme espansione delle città, delle industrie, dei paesi, alle rivendicazioni territoriali e così via. La frustrazione immette adrenalina nel sistema. L'adrenalina crea muscoli sempre più grandi, e braccia più grandi e gambe e fa anche ingrassare enormemente il corpo politico. Questa è una scoperta recente: che la frustrazione crei masse di adrenalina che ingigantiscono gli organi. Per questo i dinosauri sono scomparsi così improvvisamente. L'ambiente intorno a loro diventava sempre più ostile, sempre più adrenalina circolava nei loro corpi ed essi diventavano sempre più grandi e cadevano trascinati dal loro peso. Potrebbe succedere anche all'America; e già successo all'Impero Britannico.

sabato 6 luglio 2013

Schultes Richard Evans

Forse la massima autorità nel campo dell'etnomedicina e delle piante psichedeliche, pioniere nella ricerca etnobotanica su peyote, ayahuasca e funghi sacri. Già professore di biologia alla Harvard University e direttore dell' Harvard Botanical Museum. Per quattordici anni ha vissuto e lavorato tra le tribù dell'Amazzonia, studiandone i costumi e la farmacopea, dividendo con loro usi e costumi.
Dotato di uno spiccato senso dell'umorismo, ha sempre dimostrato una sensibilità straordinaria verso i popoli che incontrava; nelle sue spedizioni in terre inospitali e potenzialmente ostili, non ha mai portato con se un'arma, convinto che non esistessero Indiani ostili, e che la loro gentilezza poteva venire alla luce soltanto trattandoli con reciproca gentilezza. Nel corso della sua lunga vita ha documentato l'uso di oltre 2000 piante medicinali, raccogliendo qualcosa come 24.000 campioni e dando il nome a 120 specie, tra cui la Pauroma schultesii, la cui radice trova impiego contro l'ulcera, e l'Hiraea schultesii, le cui foglie vengono utilizzate nel trattamento delle congiuntiviti.
Già editore del prestigioso Economic Botany, è stato membro di numerose accademie scientifiche, tra cui la National Accademy of Sciences e ha avuto numerosi riconoscimenti internazionali, tra cui spiccano la medaglia d'oro della Linnean Society e la decorazione del governo colombiano per il suo lavoro in Amazzonia; il suo nome è legato inoltre a un parco protetto di oltre due milioni di acri nella foresta pluviale colombiana.
Sopravvissuto alla moglie Dorothy e a tre figli, a infinite malattie tropicali, tra cui la malaria e il beri-beri, si è spento nella sua casa di Boston nell'aprile del 2011, sconfitto da una salute ormai cagionevole e dal morbo di Alzheimer.   

giovedì 4 luglio 2013

BANDIERA NERA

"Gli anarchici hanno una bandiera. E' nera. Gli anarchici sono gli unici a vedervi, non un simbolo, bensì uno straccio che serve a riunire i compagni durante una passeggiata o una manifestazione. Potrebbero benissimo sostituirlo con un cartellone o un qualsiasi altro oggetto, ma una bandiera, portata bene in alto, è più pratica e si vede da più lontano. Accade che la difendano, ma non certo perché pensano che valga la pena di battersi per un metro di vecchia stoffa, col rischio della vita di qualunque compagno, ma perché non è con la bandiera che ce l'hanno, ma con le loro idee". (Enciclopedia anarchica)
C'è qualche contraddizione. Ma la cosa certa è che la bandiera nera dell'anarchia non è oggetto di nessuna adorazione, di nessun rituale simbolico. Una vecchia gonna nera attaccata in cima a una scopa serve egregiamente a Louise Michel durante la manifestazione degli operai falegnami nel 1883.
La bandiera nera è stata vista la prima volta in mezzo a una folla operaia nel 1831, a Reims, durante una manifestazione di terrazzieri, con la scritta Lavoro o morte. I setaioli di Lione la ripresero nel novembre dello stesso anno, con la scritta Vivere lavorando o morire combattendo. Bisogna però notare che aveva già sventolato sopra il municipio di Parigi durante le tre gloriose giornate del luglio 1830. Jules Vallés chiese che fosse adottata dalla Comune, che scelse invece il rosso. Louise Michel rimise in mostra la bandiera nera nel 1882, in segno di lutto per i fucilati della Comune di Parigi. Sventolò sull'Ucraina con Machno, dal 1917 al 1921, poi in Spagna nel 1936, brandita dalla FAI (la CNT portava la bandiera rossa e nera), infine sulle barricate e in testa alle manifestazioni dalla primavera rivoluzionaria del maggio 1968 ai nostri giorni. 

lunedì 1 luglio 2013

DELINQUENZA

Di una società senza delinquenza si è sognato alla fine del XVIII secolo. E poi, dopo, puff. La delinquenza era troppo utile perché si potesse sognare qualcosa di così stolto ed in fondo di così pericoloso come una società senza delinquenza.
Senza delinquenza non c'è polizia.
Che cosa rende sopportabile alla popolazione la presenza ed il controllo poliziesco se non la paura del delinquente? Quest'istituzione così recente e così pesante della polizia non si giustifica che per questo. Se accettiamo in mezzo a noi questa gente in uniforme, armata, mentre noi non abbiamo il diritto di esserlo, che ci chiede i documenti, che si aggira dinanzi alle nostre porte, come sarebbe possibile se non vi fossero i delinquenti? E se non ci fossero tutti i giorni nei giornali degli articoli in cui si racconta quanto numerosi e pericolosi siano i delinquenti?