venerdì 14 aprile 2023

La storia della Hammer - parte II°

In cerca di novità 

Nel frattempo l'industria cinematografica britannica era precipitata in una delle sue ricorrenti crisi finanziarie, e ciò rendeva sempre più difficile, per una piccola  seppur attiva casa di produzione come la Hammer, sopravvivere con la sola produzione di film di serie B a basso costo. Con l'avvento della televisione il pubblico cominciò a reclamare film più impegnativi e di miglior qualità. Inoltre in quel periodo molte  sale cinematografiche chiusero i battenti. Poiché attori famosi e produzioni di grande impegno non erano alla sua portata, la Hammer si mise alla ricerca di qualcosa di nuovo e di sensazionale. Lo trovò nell'Astronave atomica del dottor Quatermass (The Quatermass Experiment, 1955), di Val Guest, un adattamento da un serial televisivo del 1953 estremamente popolare. Come giustamente sottolinea  David  Pine, la sequenza iniziale del film, in cui un missile spaziale si schianta su un prato mancando di poco una coppia sciocca e ridicola in vena di tenerezze, visualizza metaforicamente «l'intrusione della Hammer nella banalità piccolo-borghese del cinema britannico». Dopo il successo dell'Astronave atomica del dottor Quatermass la Hammer annullò immediatamente gran parte delle produzioni che aveva in programma per concentrare i suoi sforzi su X contro il Centro atomico (X the Unknown,1956) e sui Vampiri dello spazio (Quatermass  II, 1957). Nessuno di questi due film ripeté il successo dell'Astronave  atomica del dottor Quatermass e la Hammer  non produsse altri film della serie fino al 1967, l'anno dell'Astronave degli esseri perduti (Quatermass and the Pit). Le altre incursioni dello studio nel mondo della fantascienza comprendono lo splendido Hallucination (The Damned,1962) e Luna  zero due (Moon Zero Two, 1969), una co-produzione con la Warner Brothers-Seven Arts che, con un costo di 600 000 sterline, rappresentò la produzione più impegnativa per la Hammer fino ad allora e tentò di sfruttare il successo di 2001: odissea nello spazio (2001: A Space  Odyssey, 1968)

Il ritorno di Frankenstein 

L 'astronave atomica del dottor Quatermass aveva  introdotto nella    Hammer la figura del mostro che ispira simpatia. In particolare, la scena in cui l'astronauta, che sta subendo un orribile processo di mutazione, incontra una ragazzina richiama alla mente in modo inequivocabile  la scena sulla riva del lago in Frankenstein (Frankenstein, 1931) di James Whale. Michael Carreras definì successivamente La maschera di Frankenstein (The Curse of Frankenstein, 1957) di Terence  Fisher – il primo film su Frankenstein  prodotto dalla Hammer - «un naturale proseguimento sulla scia del successo di Quatermass». Per sostenere la parte del barone fu scelto Peter Cushing, un attore già famoso, e per quella del mostro Christopher  Lee. Nessuno alla Hammer aveva previsto che il film avrebbe ottenuto un successo tanto clamoroso e che avrebbe  segnato l'inizio di un intero ciclo di film dell'orrore di gusto goticheggiante. Dopo questo film la Columbia firmò un accordo  con la Hammer per una produzione di tre film all'anno, mentre la Hammer aveva già annunciato di avere in cantiere un film su Dracula per conto della Universal. Dracula (1958), per la regia di Fisher, con Peter Cushing nella parte di Van Helsing e Christopher Lee in quella del conte, riscosse lo stesso successo della Maschera di Frankenstein e la Universal, che aveva a malincuore concesso alla Hammer i diritti di Frankenstein  (vietando però la riproduzione della truccatura  originale), a quel punto le rese accessibile l'intera cineteca di film dell'orrore degli Anni Trenta affinché ne ricavasse dei remake. La Hammer continuò così il suo ciclo dell'orrore con La mummia (The Mummy, 1959), L 'implacabile condanna (The Curse of the Werewolf, 1960), Il fantasma dell'Opera (The Phantom of the Opera, 1962), tutti diretti da Fisher, e Il castello maledetto (The Old Dark House, 1963), diretto e coprodotto da William Castle. 



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