giovedì 2 febbraio 2023

Stregoni e aquile per gli Zuni

Gli Zuhi, popolo Pueblos del Sud-Ovest degli Stati Uniti, avevano la religione più complicata  d'America e la "medicina" più evoluta. I loro sciamani (stregoni-dottori), a seconda del tipo di malattia di cui s'intendevano, facevano parte di singolari società segrete di iniziati. Ne esistevano 12, ciascuna specializzata in particolari malattie: la Confraternita del Legno curava le malattie della digestione, quella  del Piumaggio d'Aquila  curava le malattie della gola, quella del Grande Fuoco curava le malattie infiammatorie, quella del Piccolo Fuoco le bruciature e le malattie della pelle, molto comuni tra gli Zuhi che, per farsi i pantaloni, scuoiavano gli animali e si arrotolavano le pelli ancora fresche intorno al corpo, lasciandosele essiccare  addosso. Dopo la diffusione della religione cattolica è nata la confraternita dei Newekate. l suoi membri per parodiare i preti cristiani mangiavano, al posto dell'ostia, teste di topo ed escrementi. Gli sciamani Zuhi assicuravano l'ottenimento della guarigione soltanto a quei malati che avevano sempre pagato i tributi alla corporazione. Le malattie, specie quelle interne, nascoste,  erano scoperte osservando il corpo del paziente con un cristallo magico e  trasparente. Scoperto il male, lo stregone entrava in estasi e succhiava  via gli spiriti malvagi dal corpo. Durante  il rito di guarigione anche i presenti, familiari e membri della tribù, entravano in trance e vedevano chiaramente i vetri, piume, pelli, interiora di animali, estratte dallo stregone, uscire dalle parti dolenti del corpo. Poiché solo chi era di costituzione forte superava la fanciullezza, spesso accadeva che, "nonostante"  gli sciamani, i malati riuscissero a vincere naturalmente la malattia e guarire.


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