mercoledì 24 febbraio 2021

SPARTACUS - Virgilia d'Andrea


Amate, disse, quest'amor   profondo 

Che  mi  disseta e  si disserra al sole... 

S'agita  e pensa e si rinnova il mondo, 

Pulsano  ai venti magiche   parole. 


E passa e  avvince la ribelle  fiamma 

Arco di  volo  e fulgido pensiero, 

Avanti,  avanti... arride l'orifiamma, 

Risplende, in alto, di bellezza fiero. 


E i caldi cuori pugnalati e franti 

Alle porte del  sogno, un di  saranno 

Ali azzurrate,  che ai ribelli canti, 

In folgori e  tempeste sorgeranno. 


...E mentre  nella mischia  agonizzava 

Gli  arrise attorno un'alba di splendore... 

L'essere grande  alfin si tramutava 

In sole, in luce, in palpito d'amore. 


O sole, o  luce, o scintillante aurora, 

Impeto  ardito di possente frana, 

Al  puro raggio  l'anim



a  s'indora 

E  sarà vita di grandezza umana. 


"Virgilia d'Andrea, poetessa dell'anarchia, degna di prendere il posto che lasciò vuoto il nostro Pietro Gori, scrive e canta perchè sente e vuole, e perciò riesce più vera e più efficace di tanti poeti maggiori. Ella si serve della letteratura come di un'arma; e nel folto della battaglia, in mezzo alla folla ed in faccia al nemico, o da una tetra cella di prigione, o da un rifugio amico che alla prigione la sottrae, lancia i suoi versi come una sfida ai prepotenti, uno sprone agli ignavi, un  incoraggiamento ai compagni di lotta." (Roma - Aprile 1922, Errico Malatesta) 


 


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