Boris Barnet |
Per parlare in generale della mia concezione del cinema, amo innanzitutto la commedia, mi diverto ad introdurre scene divertenti in un dramma ed episodi drammatici in un film comico.Tutto ciò è una questione di proporzione. Fatta qualche eccezione, tutti i miei fil hanno, bene o male, espresso la vita contemporanea e i suoi problemi. Quando ho potuto, ho sempre optato per la contemporaneità. Non è sempre comodo trattare di tali argomenti. Io non sono né sono mai stato un uomo di teorie. Ho sempre preso il mio materiale nella vita quotidiana
(Boris Barnet, in "Cahiers du Cinéma" n. 169, agosto 1965)
Nelle disposizioni delle immagini, in Sobborghi, vi è qualcosa di analogo ai drammi di Cechov: lo sviluppo interiore corre parallelo all'azione esteriore. Nella vicenda una parte importante è sostenuta da qualche cosa che va al di là delle parole: i sentimenti nascosti e repressi dei personaggi, le pause e i sottintesi, le circostanze e l'atmosfera che circonda gli avvenimenti, la fusione di elementi drammatici e comici, tutto contribuisce a creare un profondo ritmo interiore.
(Nikolaj Lebedev, in "Lineamenti di storia del cinema sovietico", Goskinoizdàt, Moskva 1956)
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