martedì 12 settembre 2017

William Blake il libertario

William Blake, artista e poeta romantico inglese, rappresenta il tipico ribelle, in contrasto con il pensiero della sua epoca. Profondamente influenzato dai grandi eventi rivoluzionari e dalla mistica di Jakob Böhme e di Emanuel Swedenborg, in linea ideale figlio dei rivoluzionari inglesi del Seicento, Blake inventa una propria mitologia, talvolta oscura e intricata, per dar forma alla propria visione di una società libera,sottratta ai vincoli della legge morale, della chiesa e dello stato. Isolato e dimenticato ai suoi tempi, fu riscoperto e amato dalla beat generation che vide in lui, nella sua arte dell'immaginazione, il pioniere alla ricerca di nuove chiavi per aprire le porte della percezione. 
William Blake non si limitò ad articolare poeticamente una critica devastante del mondo a lui contemporaneo. Offrì invece un sistema di valori alternativo e credette alla possibilità di creare una nuova società libera e pienamente soddisfacente. La prima cosa da fare era sbarazzarsi della religione repressiva, del matrimonio coatto e senza amore e della guerra. 
Blake non elaborò un codice morale rigido e onnicomprensivo. Come i fratelli del libero spirito andò oltre le convenzionali definizioni di bene e male fino a suggerire che la divina umanità è incapace di peccare. Come un antinomiano e un anarchico, ammira Gesù proprio perché rigettò i principi morali e infranse i dieci comandamenti. Nondimeno i valori fondamentali di Blake emergono dai suoi scritti: sono semplici e sublimi, accessibili a qualsiasi persona, indipendentemente dalla ricchezza, dal rango o dall'intelligenza. Gesù personificava ciò che per Blake aveva maggior valore: il perdono, l'energia e la creatività. Nella sua mitologia plasmò l'immagine di Gesù adattandola ai propri fini sovversivi e rivoluzionari e mostrò che aveva rifiutato la gerarchia e la tirannia: «Il regno dei cieli è la diretta negazione del dominio sulla terra». Il punto fondamentale del cristianesimo non era per lui la minaccia di punizioni ma il perdono: «La preghiera è perdono dei peccati e non ha precetti morali».

Nessun commento:

Posta un commento