Il film non ha un unico intreccio narrativo. Si apre con un documentario sugli scorpioni. Seguono poi immagini della vita di banditi maiorchini. La cerimonia di posa della prima pietra di Roma viene disturbata da un uomo che tenta di violentare una donna. Costui viene arrestato, si libera dei poliziotti e partecipa a un ricevimento dell'alta società durante il quale induce al suicidio un ministro, schiaffeggia la padrona di casa e amoreggia con sua figlia, la quale però preferisce un vecchio direttore d'orchestra. Dal castello delle "120 giornate di Sodoma" esce, sfinito, il protagonista del romanzo di Sade, il quale altri non è che Gesù Cristo.
La storia era una sequenza di morale e di estetica surrealista intorno a due figure principali, un uomo e una donna. Emerge l'eccitante conflitto di tutta la società umana fra il sentimento dell'amore e qualunque altro di ordine religioso, patriottico o umanitario; anche qui i personaggi e i paesaggi sono reali, però l'eroe è animato dall'egoismo, che rende desiderabili tutte le azioni, escludendo il controllo o altro sentimento. L'istinto sessuale e il sentimento della morte formano la sostanza del film. E' una pellicola romantica realizzata con tutta la frenesia del surrealismo.
(Luis Bunuel, in J.F. Aranda, "Luis Bunuel", Editorial Lumen, Barcellona 1969)
Ha studiato come un entomologo ciò che noi chiamiamo amore, per svelarne sotto l'ideologia, la mitologia, i luoghi comuni e la fraseologia, il totale e crudele macchinario del sesso. Mette in evidenza per noi i metabolismi ciechi, i veleni segreti, i riflessi meccanici, le secrezioni ghiandolari, lo stretto intrecciarsi di forze che nella vita uniscono l'amore e la morte. Una metempsicosi biochimica in cui l'individuo muore perché sopravviva la specie.
(Henry Miller, in "The New Review", Parigi 1931)
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