Sera, hotel di bassa categoria, in centro città.
La luce fievole illumina malamente la stanza 49.
Due uomini seduti sul letto matrimoniale, sono in canottiera, uno fuma l’altro sorseggia del gin.
Il fumatore: “Ho un desiderio struggente di una donna, di una donna qualsiasi. Ogni donna mi suscita questo desiderio e credo che capiti a tutti gli uomini. E poiché lo so e non posso ignorarlo; non voglio più attaccarmi a una donna. So che potrebbe essere diversa da come è, non so come si potrebbe vivere con una donna.”
L’uomo del gin: “Se non è possibile, bisogna renderlo possibile. Non si può vivere così, senza potersi immaginare più un cambiamento o volerselo augurare.”
Il fumatore: “Naturalmente vorrei essere una sola cosa con una donna. Ma vorrei altrettanto essere me stesso e a ciò non voglio più rinunciare.”
L’uomo del gin: “Bisogna saper sopportare questa condizione!”
Il fumatore: “Io non credo neanche ad esempio, scopando si è nella donna. Ma in quel momento hai mai avuto l’impressione di essere insieme a lei?”
L’uomo del gin, resta interdetto e non risponde.
Il fumatore: “Mi sono sempre sentito solo dentro una donna, profondamente solo.”
L’uomo del gin: “Non riesco a immaginare come scopi!”
Il fumatore: “Io, te sì: ansimi come un film pornografico mal sincronizzato:”
La lampadina si spegne friggendo.
(Tatto da ROMANZO IN POLVERE di Gepy Goodtime, edizioni La Paz, Caracas 1977)
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