domenica 2 marzo 2014

Il blues delle donne

Nonostante la loro importanza di sostegni e guide della famiglia, le donne nere si trovavano di fronte quello che è stato chiamato il doppio rischio di non essere solo negre ma anche femmine. Storicamente l'America non solo è stata sottoposta all'egemonia del bianco, ma anche a quella del maschio, sul piano sociale, economico, istituzionale e persino costituzionale (le donne non ebbero il diritto al voto fino al 1920). Nella struttura di casta della società americana gli uomini bianchi occupavano la sommità, seguiti dalle donne bianche, poi dagli uomini neri e giù in fondo dalle donne nere: relegate al ruolo di mamme o di puttane, queste erano sfruttate economicamente, aggredite sessualmente, oppresse comunque dai bianchi in mille modi.
La pura necessità economica le costringeva ad accettare i lavori meno retribuiti, in più, come i bianchi poveri del Sud avevano la consolazione sociale di essere se non altro superiori ai negri, molti maschi negri trovavano rifugio nella convinzione che gli uomini fossero superiori alle donne, lasciando così le donne in una condizione non molto lontana da quella di schiave degli schiavi. Siccome le donne nere spesso potevano trovare lavoro come cuoche, cameriere o balie, mentre i loro mariti non potevano, il rovescio della medaglia era che spesso arrivavano ad accettare l'idea corrente che i negri fossero pigri, fannulloni e irresponsabili.

There's nineteen livin'in my neighbourbood, 
There's nineteen livin'in my neighbourbood,
Eighteen of them are fools an'the one ain't no doggone good.
"Dirty No.Gooder's Blues. BESSIE SMITH"

(Nel mio vicinato ci sono diciannove uomini, / nel mio vicinato ci sono diciannove uomini, / diciotto sono cretini e quell'uno non vale niente.)
  

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