Complessa ed eclettica figura, scrittore geniale e prolifico (ha scritto oltre 130 opere, spaziando dalla narrativa alla poesia, dalla mitologia alla filosofia). Graves fu soprattutto un Poeta, l'erede dei menestrelli e dei bardi celtici, uno straordinario interprete del linguaggio poetico del mito, anticamente usato nel Mediterraneo e nell'Europa settentrionale. A lui si deve la raccolta dei miti greci e la loro strutturazione in un corpus coerente e lineare, come mai nessuno prima di lui era riuscito a fare.
Ma fu anche attento psiconauta e un vero e proprio pioniere della ricerca psichedelica. Pochi sanno infatti che fu Graves a indirizzare le ricerche messicane di Wasson e ipotizzare, forse per primo, che la maggior parte delle religioni fosse nata grazie all'uso di piane allucinogene. Ad esempio fu il primo a sostenere che molti elementi della mitologia greca suggerirebbero metafore fungine e riporterebbero a un antichissimo culto basato sull'assunzione rituale di funghi allucinogeni presente anche nell'area mediterranea. Arditamene Graves suggerì che la ricetta dell'ambrosia, "il cibo degli dei", nascondesse un ingrediente segreto, celato all'interno della ricetta stessa, quasi una sorta di "codice segreto" analogo all' ogham irlandese.
Prese così le iniziali greche degli ingredienti dell'ambrosia: Meli, Udor, Karpos, Elaios, Turos e Alphita, ottenendo una nuova parola: muketa.
Altrettanto fece con la ricetta del nettare, "la bevanda degli dei": Meli (miele), Udor (acqua) e Karpos (frutta), ottenendo muk.
Infine lo stesso procedimento lo applicò con la ricetta del kikeon eleusino: Minthaion, Udor, Kukumenon, Alphita. La parola che ottenne fu mika. Tutti questi vocaboli hanno come radice il termine greco arcaico di fungo, mukes.
Personaggio schivo e modesto, Robert Graves non amò mai la luce dei riflettori, per cui il suo ruolo nella comprensione delle religioni primitive e dell'etnobotanica è ancora oggi misconosciuto o sottovalutato.
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