Kneale completò il serial televisivo con un quarto e ultimo film, intitolato semplicemente Quatermass, prodotto per la televisione nel 1979 dalla Euston Films. Il film è ambientato nel futuro prossimo, in una società corrotta e violenta. Una forza aliena cerca di 'sfruttare' la gioventù della Terra radunandola in enormi campi di energia situati in antichi luoghi rituali. John Mills, nella parte di un Quatermass ora attempato e disilluso, collabora con un giovane scienziato (Simon McCorkindale) per cacciare l'invasore, ma entrambi vengono uccisi nel corso dell'operazione. Il film, come i precedenti, è un nutrito miscuglio di elementi fantascientifici, dell'orrore, mitologici e fantastici e si rivela estremamente attento ai problemi del mondo contemporaneo. Ciò che in definitiva rappresenta il denominatore comune del serial televisivo e dei tre film e ne fa una testimonianza sempre attuale per la nostra epoca è la grande attenzione posta al problema della disumanizzazione e della perdita della personalità, tema questo che sempre tormenta la moderna società industriale e che viene brillantemente messo a fuoco nell'opera di Kneale.
Con L'astronave degli esseri perduti Kneale entrò nel regno della mitologia e della metafisica, riflettendo l'interesse degli Anni Sessanta per la scienza occulta. Vi è alla base un'idea originale e audace, meticolosamente elaborata, che attinge con estrema efficacia alla tradizionale e mitica immagine dell'inferno. Il film inizia con la scoperta, durante un lavoro di scavo, di una navicella spaziale proveniente da Marte che racchiude i corpi a forma di locusta e provvisti di antenne di marziani morti da lungo tempo. Da questi resti Quatermass (interpretato da Andrew Keir con uno stile più appassionato e convincente di quello di Donlevy) deduce che cinque milioni di anni prima, quando Marte stava morendo, i marziani rapirono delle scimmie, le alterarono chirurgicamente e le riconsegnarono alla Terra nel tentativo di perpetuare in qualche modo la loro specie. Quatermass si serve di questa ipotesi per spiegare tutto quanto è rimasto insoluto nella storia dell'uomo: fantasmi, levitazione, chiaroveggenza, telecinesi, fenomeni questi tutti presenti nel film. L'astronave degli esseri perduti è costruito su una rigorosa polarità di bene e di male, che origina una lotta apocalittica per la sopravvivenza della Terra. Un'agghiacciante atmosfera di morte cosmica viene creata da una successione di scene di grande efficacia create dalla ferma regia di Roy Ward Baker: un lavoratore, che ha accidentalmente attivato la navicella spaziale con un trapano elettrico, è colto da raptus demoniaco mentre il terreno si increspa minacciosamente dietro di lui; Barbara Judd (Barbara Shelley), trasfigurata dalla visione di uno sterminio marziano, levita senza più controllarsi; una grande ondata di energia, nella forma di un demone con le corna, si impadronisce di Londra e riattiva le forze assopite degli abitanti, che iniziano un nuovo genocidio, distruggendo tutti coloro che sono diversi; Roney, l'archeologo (James Donald), uno dei pochi a essere immune dagli impulsi primordiali, distrugge la carica di energia con il metodo tradizionale dell'immissione di materia nell'energia, in questo caso una gru da lui guidata.
I vampiri dello spazio sposta le tematiche dell'Astronave atomica del dottor Quatermass a un diverso e più complesso livello. Questa volta la Terra è minacciata da un'intera razza di alieni, la cui essenza è portata sul nostro pianeta da piogge di meteoriti. Gli extraterrestri sono in grado di possedere tutti coloro che toccano questi frammenti e il loro covo top-secret si trova in un palazzo governativo guardato a vista, dove Quatermass (di nuovo Brian Donlevy) riesce a penetrare. Egli incita i lavoratori alla rivolta e alla fine, insieme, riescono a sterminare gli extraterrestri. Le immagini del film creano un'atmosfera di costante sbigottimento: le basse, sinistre cupole del quartier generale degli alieni (questa parte del film fu girata alla raffineria di Haven della Shell); le anonime guardie tipo Gestapo che compaiono dal nulla per rimuovere le vittime degli extraterrestri; gli alieni che ostruiscono le condutture dell'ossigeno con i corpi dei lavoratori, con il sangue che cola dai tubi. Ma forse ciò che turba maggiormente è la rivelazione che gli alieni hanno assunto il controllo dei poteri più alti dello stato. Questo fatto, unitamente alla copertura del potere pubblico con cui Quatermass si scontra e alla rivolta dei lavoratori che segna l'apice del film, dà un'immagine d'insieme fortemente sovversiva.
Con caratteristica audacia Kneale traspone nell'Astronave atomica del dottor Quatermass gli elementi essenziali della leggenda di Frankenstein nel mondo moderno della scienza e della tecnologia spaziale, giocando sulla paura della sua epoca verso i 'misteri dello spazio. Con il suo eroe-scienziato, spietatamente votato alla causa e glacialmente distaccato (interpretato da Brian Donlevy), il suo tragico mostro - che come Karloff in Frankenstein (Frankenstein,1931) di James Whale ha un innocente incontro con una ragazzina - e il suo infuocato olocausto finale, il film anticipò il grande successo della Hammer La maschera di Frankenstein (The Curse of Frankenstein, 1957). La scelta dell'abbazia di Westminster come luogo del momento culminante dell'azione enfatizzò il tema della lotta tra bene e male, tema che Kneale doveva poi sviluppare nell'Astronave degli esseri perduti. L'astronave atomica del dottor Quatermass è dominato dalla magnifica interpretazione di Richard Wordsworth nel ruolo tragico di Victor Carroon, l'unico membro di un equipaggio spaziale che riesce a sopravvivere e a far ritorno sulla Terra, purtroppo in uno stato di shock che lo ha reso muto. Carroon risulta essere preda di una forma di pura energia che si mantiene in vita nutrendosi di sangue umano e che, potendo fare una sintesi di vita animale e vegetale, intende servirsi di lui per conquistare il mondo. In fuga dall'ospedale, Carroon si lascia alle spalle una serie di corpi dissanguati, mentre gradualmente si trasforma in un essere fungiforme, ma alla fine è intrappolato e distrutto da una scarica elettrica. Scarno, con gli occhi infossati, muto e col passo strascicato, Wordsworth lascia un ricordo indelebile mentre combatte una battaglia dolorosa e perdente contro la forza che lo possiede e che distrugge la sua umanità. Gli omicidi non vengono mostrati, ma solo gli eventi che li anticipano e le loro conseguenze; ciò permette al regista, Val Guest, di creare un crescendo di tensione che non si allenta fino alla fine. Il film, comunque, ha un finale inquietante, poiché Quatermass, apparentemente del tutto impassibile di fronte alla tragedia, continua con determinazione a preparare un nuovo lancio spaziale.
Negli Anni cinquanta un serial televisivo originò una serie di tre film di fantascienza che esplorava, con rara complessità e profondità il tema dominante del tempo: l’invasione degli Alieni. Una delle produzioni di maggior effetto della televisione britannica negli Anni Cinquanta fu un serial di tre film fantascientifici, scritti da Nigel Kneale, che avevano come protagonista uno scienziato nucleare caparbio e irascibile, il dottor Bernard Quatermass. Come ha ammesso lo stesso Kneale, tutti e tre i film presentavano sostanzialmente la stessa trama: un extraterrestre minaccia la Terra e alla fine è sconfitto da Quatermass, nonostante si intromettano burocrati impiccioni e ottusi militari. Ma, in ogni copione, progressivamente, il tema venne esplorato con maggiore profondità e a sempre maggiori livelli di significato. Questi copioni furono anche esempi di alta costruzione drammatica, di tensione crescente e di suspense, e sfociavano inesorabilmente in rivelazioni mostruose. La Hammer Film Productions, all'epoca una piccola compagnia specializzata in film di serie B aventi come protagonisti attori americani in declino, acquistò i diritti del serial televisivo e ne trasse un primo film, L'astronave atomica del dottor Quatermass (The Quatermass Experiment), intitolato inizialmente The Quatermass Xperiment (1955), una trovata pubblicitaria per sfruttare l'introduzione nel 1951 del Certificato X da parte dell'Ente Britannico di Censura Cinematografica. Fu un grande successo, cui fece subito seguito una versione cinematografica del secondo film del serial, I vampiri dello spazio (Quatermass II,1957), che convinse la Hammer che il suo futuro stava nella fantascienza e nei film dell'orrore. Fu solo nel 1967 che lo studio girò il terzo e migliore film della serie, L'astronave degli esseri perduti (Quatermass and the Pit). Kneale, benché non avesse adattato il primo film della serie, preparò le sceneggiature del secondo e del terzo; considerate insieme, queste opere rappresentano uno dei contributi britannici più intelligenti e soddisfacenti al cinema di fantascienza. L'astronave atomica del dottor Quatermass e I vampiri dello spazio, con la loro fotografia in bianco e nero, tetra e suggestiva, sono autentici prodotti degli Anni Cinquanta. La regia pulita di Val Guest li investe di realistica immediatezza giornalistica e rende alla perfezione l'atmosfera di paranoia che contraddistinse il periodo della guerra fredda, del movimento per il disarmo nucleare e della crisi di Suez.