Città mineraria sotterranea, situata nella gigantesca miniera di carbone di Aberfoyle, contea di Stirling, Scozia. Esauritosi il giacimento della Vecchia Aberfoyle verso il 1870, dopo centocinquant'anni di attività, un caso fortuito condusse alcuni ardimentosi, pochi anni dopo, alla scoperta di un nuovo, immenso filone, una caverna tale da poter essere paragonata solo a un'altra esistente al mondo: la Mammoth Cave del Kentucky. Quella cavità si componeva di diverse centinaia di alveoli, di ogni forma e grandezza. Somigliava a un alveare, coi suoi numerosi piani di cellule capricciosamente disposte; ma un alveare che invece di api avrebbe potuto contenere elefanti. Un labirinto di gallerie, alcune più alte delle più alte volte delle cattedrali, altre simili a contro-navate, ristrette e tortuose, quelle tracciate su un piano orizzontale, queste risalenti o discendenti in tutte le direzioni, riuniva quelle cellule e le metteva in libera comunicazione tra loro. I pilastri che sostenevano quelle volte, le cui curve ammettevano tutti gli stili, le spesse e solide muraglie tra le gallerie, le navate stesse, in quello strato di terreni secondari, erano fatti di arenaria e rocce scistose. Ma fra questi strati inutilizzabili, e da essi potentemente compresse, correvano ammirevoli vene di carbone. Quei giacimenti si sviluppavano su un'estensione di quaranta miglia dal nord al sud. L'importanza di quel bacino, battezzato Nuova Aberfoyle, superava gli strati carboniferi di Cardiff e di Newcastle. La gigantesca miniera venne poi abbandonata nel dopoguerra, quando il carbone decadde come materia prima, essendo sostituito dal petrolio. Coal City vide nel 1877 un evento naturale degno di essere ricordato: lo sprofondamento delle acque del lago Katrine, situato proprio sopra il giacimento. Fra il lago e la profonda cavità sotterranea, infatti, per una particolare disposizione geologica, i terreni secondari erano ridotti a uno strato sottile. Un giorno questo strato venne spezzato in più punti, e le acque del Katrine fecero irruzione nella miniera, fortunatamente senza conseguenze. Forse fu un atto di sabotaggio: i pilastri che sostenevano gli strati di roccia dove si era squarciato il fondo del lago apparvero intaccati con mine. Al lago favorito dal grande Walter Scott, per qualche anno non rimase più acqua che bastasse a bagnare i gentili piedini della Donna del Lago; questo, se non altro, in tutta la parte meridionale. Uno stagno di pochi acri, ecco cos'era rimasto, fin là dove il letto del lago stava a un livello inferiore della parte sprofondata. Il Katrine fu poi riempito di nuovo, mediante pubblica sottoscrizione, dopo aver ben richiuso ogni sbocco. (Jules Verne, Les Indes Noires, Parigi, 1877)
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