lunedì 16 gennaio 2023

COAL CITY

Città mineraria sotterranea,  situata nella gigantesca miniera di carbone   di  Aberfoyle, contea di Stirling, Scozia. Esauritosi il giacimento della Vecchia  Aberfoyle  verso il 1870,  dopo centocinquant'anni di attività, un  caso fortuito condusse  alcuni ardimentosi, pochi anni dopo, alla scoperta di  un  nuovo, immenso filone, una caverna tale da poter  essere paragonata   solo  a un'altra   esistente al mondo: la Mammoth Cave del Kentucky.   Quella cavità si componeva  di diverse  centinaia di alveoli, di ogni  forma e  grandezza. Somigliava  a un alveare, coi suoi numerosi piani di cellule capricciosamente  disposte;  ma un alveare  che invece di api avrebbe potuto contenere  elefanti. Un labirinto di gallerie, alcune più alte delle più alte volte delle cattedrali, altre simili a  contro-navate, ristrette e tortuose, quelle tracciate  su un piano  orizzontale, queste risalenti o discendenti in tutte le direzioni, riuniva quelle cellule e le metteva in libera  comunicazione tra loro. I pilastri che sostenevano quelle volte, le cui curve   ammettevano tutti gli stili, le spesse e solide muraglie tra le gallerie, le navate stesse, in quello strato  di terreni secondari, erano  fatti di arenaria e rocce scistose. Ma fra questi strati  inutilizzabili, e da essi potentemente compresse, correvano ammirevoli vene di  carbone. Quei  giacimenti si sviluppavano su un'estensione  di  quaranta   miglia dal nord al sud. L'importanza  di quel bacino, battezzato Nuova Aberfoyle, superava gli strati carboniferi di Cardiff e di Newcastle. La gigantesca  miniera  venne poi  abbandonata nel dopoguerra, quando il carbone decadde come materia prima, essendo sostituito dal petrolio. Coal City  vide nel 1877 un evento naturale  degno di essere ricordato: lo sprofondamento delle acque del lago Katrine, situato  proprio sopra il giacimento. Fra il  lago e la profonda cavità sotterranea, infatti, per una particolare disposizione geologica, i terreni  secondari erano ridotti a uno strato sottile. Un giorno questo strato venne  spezzato in più punti, e  le acque del  Katrine  fecero irruzione nella miniera, fortunatamente senza conseguenze.  Forse fu un  atto di  sabotaggio: i pilastri che sostenevano gli strati di roccia dove  si era squarciato il fondo del  lago  apparvero intaccati con mine.  Al lago favorito dal grande Walter  Scott,  per qualche  anno non rimase  più  acqua che  bastasse a  bagnare i gentili piedini della Donna del Lago;  questo, se non altro, in tutta la parte  meridionale. Uno stagno  di pochi acri, ecco  cos'era rimasto, fin là dove il letto del lago stava a un livello inferiore della parte  sprofondata.  Il Katrine fu poi riempito di nuovo,  mediante  pubblica sottoscrizione, dopo aver  ben richiuso ogni sbocco. (Jules Verne, Les Indes Noires, Parigi, 1877)


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