La vista
Non è successo in una notte. Per due anni i miei occhi videro sempre di meno. Mia madre non mi nascose mai la verità: stavo diventando cieco. Avevo cinque anni quando la vista cominciò ad abbassarsi. Era una famiglia povera, la mia. Di specialisti neanche a parlarne. Un medico era tutto quello che mia madre poteva permettersi. Io ero forse troppo piccolo per rendermi conto di quello che stava succedendo. Mi piaceva fissare il sole, così non facevo altro che peggiorare la mia situazione. E poi adoravo la luna. E tutto quello che era luminoso. Se non avessi perso la vista sarei forse diventato un piromane. Mi facevano impazzire i colori. Il rosso più di tutti. E poi nero, giallo, verde, marrone. Che cos'altro ricordo? Ricordo mia madre. Era molto bella. Davvero molto bella.
La bellezza
Non è molto difficile vedere la bellezza nelle altre persone, anche se sei cieco. Puoi “vedere” i lineamenti, la delicatezza della pelle e, se si tratta di una donna, le forme del corpo. Allo stesso modo posso vedere la bellezza di una macchina, sentendola con le mani. E siccome ho visto la bellezza delle cose fino a sette anni posso avere un'idea ancora più precisa.
La musica classica
La musica classica è bellezza allo stato puro. Sono un sentimentale. Adoro Chopin e Sibelius. Gli artisti che componevano in modo delicato. Anche Beethoven, che pure scrisse sinfonie per me molto pesanti, compose pezzi morbidamente affascinanti. Se vuoi imparare la tecnica, Bach è l'ideale, per via delle fughe. Ma, al di là dell'aspetto tecnico, non vado pazzo per Bach.
Blues e gospel
Blues e gospel sono praticamente la stessa cosa. Se parli di una donna è blues, se ti riferisci a Dio è gospel. Ma virtualmente non c'è differenza. Big Bill Broonzy una volta disse che io mescolavo blues e gospel. Se è vero, non l'ho mai fatto di proposito. Io canto nell'unico modo che so. Non mi ha mai interessato esplorare nuove strade o scrivere la storia. Io so fare soltanto una cosa in modo dignitoso: suonare il piano e cantare. Certo, ho imparato dal canto religioso. I miei genitori mi obbligavano a frequentare la chiesa. Così immagino di aver ereditato un po' dalla mia parrocchia e un po' dalla radio, dove ascoltavo Nat 'King' Cole. All'inizio facevo di tutto per cantare come lui. Era il mio idolo. Per questo, quando poi diventai famoso, riuscivo a comprendere i nuovi artisti che mi imitavano. Non c'è niente di più gratificante di sentire un esordiente che tenta di cantare come te.
Atlantic Records
Jerry Wexler, Ahmet e Nesuhi Ertegun. Trascorsi con loro anni meravigliosi. Li lasciai perché l'offerta della Abc era incredibilmente vantaggiosa. Nel 1959 i contratti che ti proponevano non ti facevano diventare ricco. La Abc probabilmente cercava solo di sollevare un bel polverone intorno alla storia, in modo da convincere altri musicisti a firmare per loro. Il mio nome poteva insomma fare da traino. Invece furono molto fortunati, perché alla prima incisione ottenni subito un grande successo con Georgia On My Mind. I giornali parlarono di una mia conversione al country & western, dimenticando che già all'Atlantic avevo inciso un brano in quello stile, I'm Movin' On. Sfortunatamente ebbe successo l'altra facciata, I Believe To My Soul.
I colori del blues
Non mi piace generalizzare e sono convinto che non sia necessario avere la pelle nera per cantare il blues. Ma devi avere talento, perseveranza e umiltà. E devi aver conosciuto il dolore e l'umiliazione, la malinconia e la rabbia. Allora, se hai conosciuto gli orrori e la sofferenza del blues, puoi anche essere verde o color porpora: sarai comunque un buon bluesman.