In lingua zufri, Apache vuol dire "Nemico" e questo dice tutto sul modo nel quale questo popolo era visto dai propri vicini. Gli Hopi, però, preferivano chiamarli "Gente dei Cactus", per contrapporre il proprio modo di vivere alloro, errante e nomade. Gli Apache infatti non coltivavano la terra né allevavano bestiame, e l'asprezza del territorio nel quale vivevano non consentiva loro di accumulare troppe provviste per l'inverno: dunque, le razzie costituivano l'unico mezzo attraverso il quale procurarsi il necessario. La Loro economia, in sostanza, si basava sulla rapina. Apache è un nome affascinante, che suggerisce un'affinità tra queste coriacee piante spinose e il modo nel quale gli Apache affrontavano la vita in ogni suo aspetto. Guerra compresa. La guerra della "Gente dei Cactus" era, infatti, "pungente" proprio come le spine di queste piante: gli Apache rifuggivano lo scontro in campo aperto ogni qualvolta ne avevano l'occasione e preferivano affidarsi a fulminee incursioni, dopo le quali sparivano nel nulla come fantasmi. Il loro era un modo di combattere rapido e brutale, dunque, ma anche insidioso, fatto di agguati e ingegnose imboscate. Gli Apaches normalmente utilizzano tre tipologie di imboscate da loro.La prima, divenuta in seguito talmente nota da non ingannare quasi più nessuno, consisteva nel mandare uno sparuto gruppo di guerrieri contro il nemico, fingendo casualità nel contatto, e di farli poi ripiegare velocemente in modo da attirare gli inseguitori in trappola; per la riuscita erano necessari cavalli freschi e veloci, guerrieri coraggiosi disposti a fungere da esca e un nemico poco accorto che si facesse prendere dall'entusiasmo di una facile vittoria. Meno conosciuto era il trucco di fingere una fuga dopo le prime scaramucce e di riparare con apparente panico all'interno di una zona di folta vegetazione, dove quindi la visibilità fosse scarsa, per poi uscirne in due gruppi separati che, manovrando a semicerchio, sorprendevano il nemico da entrambi i fianchi. Ma lo stratagemma più usato era quello più semplice: osservare con invisibili esploratori la marcia del nemico per poi organizzare una letale imboscata in un luogo favorevole lungo il tragitto, in genere angusti canyon o gole dalle pareti a picco. In alcuni casi, ci si poteva permettere il lusso di risparmiare le preziose munizioni e bersagliare dall'alto i nemici con massi e grosse pietre.
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