Amate, disse, quest'amor profondo
Che mi disseta e si disserra al sole...
S'agita e pensa e si rinnova il mondo,
Pulsano ai venti magiche parole.
E passa e avvince la ribelle fiamma
Arco di volo e fulgido pensiero,
Avanti, avanti... arride l'orifiamma,
Risplende, in alto, di bellezza fiero.
E i caldi cuori pugnalati e franti
Alle porte del sogno, un di saranno
Ali azzurrate, che ai ribelli canti,
In folgori e tempeste sorgeranno.
...E mentre nella mischia agonizzava
Gli arrise attorno un'alba di splendore...
L'essere grande alfin si tramutava
In sole, in luce, in palpito d'amore.
O sole, o luce, o scintillante aurora,
Impeto ardito di possente frana,
Al puro raggio l'anim
a s'indora
E sarà vita di grandezza umana.
"Virgilia d'Andrea, poetessa dell'anarchia, degna di prendere il posto che lasciò vuoto il nostro Pietro Gori, scrive e canta perchè sente e vuole, e perciò riesce più vera e più efficace di tanti poeti maggiori. Ella si serve della letteratura come di un'arma; e nel folto della battaglia, in mezzo alla folla ed in faccia al nemico, o da una tetra cella di prigione, o da un rifugio amico che alla prigione la sottrae, lancia i suoi versi come una sfida ai prepotenti, uno sprone agli ignavi, un incoraggiamento ai compagni di lotta." (Roma - Aprile 1922, Errico Malatesta)