sabato 5 ottobre 2019

L'ANNO SCORSO A MARIENBAD di Alain Resnais

In un palazzo (che può essere albergo, casa di cura o altro) immenso, barocco, uno sconosciuto (“X”) fa credere a una giovane donna (“A”) di averla già incontrata tempo prima a Marienbad, o altrove. Verità? follia? errore di persona? immaginazione? Comunque sia, la donna, già legata a un altro uomo (“M”), viene irretita dalla loquela dello sconosciuto e, alla fine, dopo un ultimo tentativo di resistergli, pane con lui (ma 
parte davvero?) verso qualcosa di ignoto: l'amore? la  poesia? la libertà? la  morte?
(L'anno scorso a Marienbad) non pretende di sopprimere radicalmente ogni intrigo, ma piuttosto di servirsene con tale disinvoltura da edificare altra cosa: un racconto cinematografico. Vi si  possono dunque reperire temi psicologici più o meno consacrati come la persuasione per mezzo della parola, la paura davanti all'elemento sconosciuto, la violazione come unione rituale  ecc.. Infine vi si fa grande uso di elementi classici del nostro mondo mentale moderno: la ripresentazione di serie non casuali, la realtà materializzata dell'immaginario, attualismo del passato o del futuro e una combinazione dei tempi in generale. L'anno scorso a Marienbad non è il solo tentativo di questo genere. I suoi autori si sentono al contrario incoraggiati nel loro rigore dalla certezza che essi lavorano sulla strada verso la quale si avvia più o meno inconsciamente tutto il cinema  contemporaneo. 
(Alain Resnais, “ L'Unità”, 10 gennaio 1961) 
Che cosa fanno [i personaggi] quando sono altrove? Si sarebbe tentati di rispondere: nulla! Altrove, essi non esistono. Quanto al passato che il protagonista introduce di forza in questo mondo chiuso e vuoto, si ha l'impressione che egli lo inventi man mano che parla, qui e subito. Non esiste un anno scorso, e Marienbad non esiste più su alcuna carta geografica. Questo passato non ha alcuna realtà al di fuori dell'istante in cui è evocato con tanta forza. Senza dubbio il cinema è un mezzo d'espressione predestinato per questo genere di trama. La caratteristica essenziale dell’immagine è la sua presenza. Mentre la letteratura dispone di tutta una gamma di tempi grammaticali si può dire che, nell'immagine, i verbi sono sempre al presente: con ogni evidenza, ciò che si vede sullo schermo sta accadendo in quel momento. 
(Alain Robbe-Grillet, “L'année dernière à Marienbad”, Les editions Minuit, Parigi 1961)  

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