Gli antichi Assiri lo chiamavano ukushrim o irrh, e forse era usato in sostituzione dell'oppio, mentre il Papaver rhoeas oblongatum di Cipro era consacrato ad Afrodite. Rientrerebbe tra i componenti delle preparazioni delle streghe europee, soprattutto unguenti. In alcune zone della Spagna, quando è tenero, prima della fioritura, si mangia in insalata insieme ad altre erbe o lattuga. Quest'uso culinario sembrerebbe avere origini molto antiche.
Dioscotide consigliava di cuocerne alcune capsule nel vino, come ipnotico, e di assumerne i semi in idromele per rilasciare leggermente il ventre. In passato, ma in alcuni casi ancora oggi, i petali e le capsule si impiegavano contro la tosse e per favorire il sonno in bambini e anziani. Contro tosse, catarro polmonare e bronchite, si usava una tisana o sciroppo preparati con i petali, oppure una tisana con fiori di malva, piede di gatto (Antennan'a dio/ca) e Tussilago Criessikso finfara) e petali di papavero comune. Nella fitoterapia moderna, si usa per insonnia (in persone delicate, bambini e anziani), tossi spasmodiche (pertosse, asma), bronchite, polmonite, pleurite, febbri eruttive, angine e infiammazione alle palpebre.
Contiene gli alcaloidi rhoeadina (0,06 % nelle parti aeree), rhoeagenina, rhoemerina, isocorydina, berberina, protopina e altri. Il contenuto alcaloideo totale pari a 0,11-0,12%. Non sono presenti alcaloidi dell'oppio.
Effetti: Sedativa, leggermente narcotica.
Nessun commento:
Posta un commento