mercoledì 6 marzo 2019

IL TESORO DI ARNE di Mauritz Stiller

Dopo essere evasi dalla prigione, tre nobili mercenari scozzesi sopprimono il vecchio Arne e la sua figlia minore rubando il tesoro ecclesiastico. Elsalill, l'altra figlia di Arne, incontra sir Archie, uno degli assassini, che tormentato dai rimorsi per averle ucciso i congiunti, le chiede di seguirlo in Scozia. La ragazza, sebbene innamorata del giovane, quando scopre la verità sul suo conto lo denuncia. Sir Archie fugge facendosi scudo del corpo della fanciulla che muore trafitta dalle lance dei soldati.

Il tesoro di Arne? ma è una scemenza, signore, una scemenza! Crede ancora all'arte, Lei? è ben ingenuo, mio caro ... A me l'arte non interessa più: chiuso!
(Mauritz Stiller, in J. Béranger, "La grande avventura del cinema swédois" Losfeld, Parigi 1960)

Abbiamo sovente ricevuto questa impressione acuta di verità e di studio umano nei film svedesi. Il tesoro di Arne è un bel poema. Quelli che l'hanno visto l'hanno adorato. Ma pochi lo hanno visto. Perché i direttori del cinema non amano i film svedesi.
Louis Delluc, in "Cinéa", 13 marzo 1921)

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