Obscured by Clouds è il sesto album sfornato dal gruppo inglese, uscito nel 1972.
Questo lavoro è nato come colonna sonora del film “La Vallè” di Barbet Schroeder; in realtà nell’opera cinematografica verrà utilizzata ben poca della musica da loro creata, in pratica solamente la title-track e Absolutely Curtains, rispettivamente nei titoli di testa e nei titoli di coda. Il film viene presentato al Festival di Venezia il 27 agosto del 1972. E' la seconda collaborazione tra il regista ed il gruppo, dopo More, ed anche questa volta i Pink Floyd si chiudono in studio, guardano il film e compongono, eseguono e registrano l'intera colonna sonora in meno di due settimane. Per un problema contrattuale tra la produzione del film e i Pink Floyd, il disco viene fatto uscire come Obscured By Clouds, e solo una menzione viene fatta nella retrocopertina del fatto che sia la colonna sonora del film La Vallèe.
Oscurata dalle Nuvole era il nome della valle misteriosa ricercata nella spedizione in Nuova Guinea, una macchia bianca nelle mappe degli esploratori, e tenuta in estrema considerazione, circondata da religioso terrore e rispetto dai popoli locali, in quanto era la Valle degli Dei.
L'album si avvicina ad un tranquillo pop/rock di chiara origine britannica, infarcito con spunti blues, discrete melodie e passaggi atmosferici abbastanza riusciti. Questo lavoro è un punto di transizione per i Floyd, che si allontanano dalla psichedelia precedente ma non hanno ancora raggiunto la pomposità che segnerà i lavori che seguiranno; in questo album i quattro inglesi si trovano anzi a confrontarsi con il semplice formato canzone.
L’album è aperto dalla title-track, pezzo discreto e completamente basato sul lavoro di Gilmour che riesce a tirare fuori dei buoni fraseggi dalla sua chitarra, accompagnata da una base melodica che si ripete nello stesso modo durante l’intero minutaggio. Obscured By Clouds può essere considerato un brano archetipo dei Pink Floyd, spesso suonato in concerto nel 1972 e 1973 per dare il via a delle lunghe improvvisazioni di Wright al sintetizzatore, prima che la chitarra di Gilmour intervenga, come sul disco, per creare delle volute nebbiose e tese, esattamente come la Valle che costuisce l'obiettivo del viaggio nel film.
A seguire troviamo When You’re in, un brano strumentale con un lavoro della chitarra fantastico: David si dimostra un chitarrista molto dotato riuscendo a non stufare con un grandissimo riff che non fa altro che ripetersi per tutta la durata della canzone cambiando tonalità ogni due giri. Importante è anche la parte di Wright, che accompagna tutto il pezzo in maniera più che buona nonostante rimanga leggermente in secondo piano.
La prossima all’ascolto è Burning Bridges, brano tipicamente Floydiano soprattutto per la parte vocale quasi eterea. Ottima l’alternanza alla voce di Waters e di Wright ed un assolo anche questa volta ben riuscito.
Segue The Gold Is in the..., buon pezzo dal forte sapore blues rock più ritmata e buoni gli stacchi di batteria e caratteristico il lungo e coinvolgente assolo.
La quinta traccia Wot’s… Uh the Deal, bell’ arpeggio di chitarra è un accattivante assolo di tastiera catturante e molto suggestivo.
Mudmen è solamente strumentale, aperta dalle bellissime note di Wright basa la sua struttura sull’intreccio fra le melodie tessute da Gilmour e dal sopracitato Wright. Soprattutto nella lenta costruzione e poi nella chitarra solista in Mudmen, che ricordano le stesse dimensioni spaziali di alcuni passaggi di The Dark Side.
Childhood’s End è introdotta da una lunga parte di organo, a cui si aggiungono timidamente batteria e chitarra acustica, fino a diventare un rock/blues di media qualità, con un bell'assolo di Gilmour
Free Four, come Burning Bridges, è una di quelle canzoni che anticipa i Floyd che verranno in ambito di testi, cantata infatti da Waters parla della morte del padre durante la seconda guerra mondiale brano tra più psichedelici dell’album, inoltre sarà la prima canzone floydiana ad essere trasmessa regolarmente dalle radio americane.
Con l'orecchiabililssima Stay ci troviamo ad ascoltare probabilmente il brano più pop dell’intero album, guidato dalle mani di Wright con la chitarra effettata di Gilmour a fare da contorno, il duo piano e chitarra è omogeneo e scivola leggero fino alla fine.
La chiusura dell’album è affidata ad Absolutely Curtains, strumentale affascinante ed estremamente evocativa nell’alternare al suo interno radure sferzate dal vento e cieli nuvolosi squarciati da esplosioni elettriche, con una calma di fondo che ha dell’incredibile. Brano molto particolare dominato dalle tastiere di Wright e dalle percussioni oniriche di Mason fino all’avvento di canti ebbri di speranza e di dolore, eseguiti dalla tribù Mapuga, un coro di voci in piena esperienza onirica, in un processo di identificazione tra musica, sogno, canto e cambiamento, nei labirinti dell'inconscio messo a nudo senza timori.
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