lunedì 23 gennaio 2017

Tomorrow never Knows The Beatles

Evidentemente intenzionato a compiere un importante viaggio di scoperta di sé, Lennon assunse LSD per la terza volta nel gennaio del 1966, seguì le istruzioni fornite in The Psychedelic Experience, leggendone le parafrasi del Libro Tibetano dei morti a un registratore e riascoltandole mentre la droga faceva effetto. Il risultato fu spettacolare, e Lennon si affrettò a trasformarlo in canzone, prendendo molte delle frasi del testo direttamente dal libro di Leary e Alpert; prima di tutto l’estatica invocazione dell’ipotetica realtà oltre le apparenze: “the Void”, il Vuoto. Col titolo The Void, la canzone fu la prima ad essere registrata per Revolver. Col titolo definitivo, Tomorrow never Knows, presentava l’LSD e la rivoluzione psichedelica di Leary ai giovani del mondo occidentale, diventando uno dei dischi più socialmente influenti mai realizzati dai Beatles.

Il panorama sonoro di Tomorrow never Knows è un’attraente miscela di anarchia e sgomento, con i suoi tape-loop che si incrociano in uno schema casuale di cerchi che si scontrano. Anche la registrazione della voce di Lennon avvenne con modalità senza precedenti. Nella prima metà della canzone, la voce è raddoppiata con il double-tracking automatico. Per la seconda metà, Lennon voleva che la sua voce suonasse come quelle del Dalai Lama e di migliaia di monaci tibetani salmodianti sulla vetta di una montagna. George Martin risolse il problema facendo passare la registrazione della voce attraverso l’altoparlante rotativo dell’apparecchio Leslie di un organo Hammond, con un procedimento particolare che richiedeva un inserimento fisico nella circuitazione.

Smetti di pensare, rilassati e lasciati portare dalla corrente,
non è morire, non è morire.
Deponi tutte le tue preoccupazioni, abbandonati al vuoto,
è splendore, è splendore.
Possa tu vedere il significato dell'al di qua,
ti sta parlando, tista parlando.
L'amore è tutto, l'amore è tutti,
è sapere, è sapere.
Quando l'ignoranza e la fretta possono piangere la morte,
è credere, è credere.
Ascolta dunque il colore dei tuoi sogni,
non è vivere, non è vivere.
Oppure gioca la gara della vita sino alla fine
del principio, del principio.
Del principio, del principio. 

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