domenica 13 novembre 2016

Buon viaggio Leonard Cohen

Uno scrittore prestato alla musica, diventato con gli anni un personaggio di culto nel campo della canzone d'autore. Diviso fin dalla giovinezza fra l'amore per le lettere e il gusto per il folk, Cohen studia in Canada e intorno alla metà degli anni Cinquanta si trasferisce a New York, dove comincia a pubblicare poesie. Nel 1959 ottiene una borsa di studio e parte per un lungo viaggio in Grecia, stabilendosi nell'isola di Idra: li rivela le sue qualità letterarie scrivendo racconti, liriche e anche un romanzo Il gioco favorito, che ne fanno conoscere il nome negli ambienti letterari. Tornato in America consolida la sua fama con altre opere Flowers for Hitler, e Parasites of heaven dove vi è traccia di alcuni testi che anni dopo diverranno con successo canzoni. Nel 1966 la cantautrice Judy Collins esegue due brani di Cohen nel suo album In my life, suscitando grande interesse per il personaggio, che esce allo scoperto l'anno dopo con un'apparizione al festival di Newport e a un concerto della stessa Collins, al Central Park di New York. Il successo è notevole e porta a un ingaggio discografico con la Columbia, che nel 1968 pubblica Songs Of Leonard Cohen e l'anno seguente Songs From A Room.

Fu subito chiaro che non sarei potuto sopravvivere facendo solo lo scrittore. Avevo appena pubblicato "Belli e perdenti", anno 1966, accolto da recensioni eclatanti in tutto il mondo e discrete in America. Ma le vendite erano disastrose. Decisi di diventare cantante per risolvere i miei problemi economici. Decisione saggia col senno di poi, ma sciocca come presupposto, visto che ci sono più cantanti che scrittori a morire di fame. Gli appassionati di letteratura cominciarono con il prendermi meno sul serio; chi ascoltava musica pensava a me come a un poeta che musicava le sue poesie, e non apparteneva comunque al mondo della canzone.

Quando ascoltai Dylan per la prima volta, quando compresi ciò che stava facendo mi resi conto che interpretava un ruolo che io avevo progettato per me stesso. Mi dava proprio fastidio che lui ce l'avesse fatta e io no.

Mi interessa l'uso combinato di parole e musica perché crea qualcosa che i due elementi non sono in grado di offrire separatamente. Il che non significa che la somma delle parti sia comunque maggiore delle parti singole. E' semplicemente un prodotto diverso. Musica e parole insieme alterano i significati della musica e delle parole separate. Ma non esiste conflitto. Così come è assente lo stridio tra musica e letteratura, tra lo spartito e il foglio di un libro. Seduto a un tavolino qualunque, non vedo conflitto. Scrivo. Questo è ciò che conta: riempire pagine.

Garcia Lorca, è stato lui a spingermi involontariamente verso la letteratura. Avevo 15 anni quando mi accostai alla sua opera. Il primo verso che lessi fu "voglio passare sotto gli archi di Elvira per vedere le tue cosce e piangere". Quella frase distrusse la mia vita, compresi che la mia esistenza sarebbe stato uno sforzo continuo per scrivere, un giorno, una frase come quella. Lavorare a "Poet in New York", l'omaggio a Lorca, è stato dunque un grande onore e ho deciso di inserire "Take This Waltz" anche nell'album "I'm Your Man". Tra l'altro, mia figlia si chiama Lorca.
Leonard Cohen, Adam Cohen,  Lorca Cohen, Suzanne Elrod,


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