Pianta erbacea annuale alta 40-120 cm; fusto lanciato e striato; foglie inferiori divise in pochi e larghi segmenti, con bordi dentellati, foglie superiori molto più numerose e finemente divise in lacinie lineari e acute, entrambe glabre, luccicanti; ombrelle a 4-8 raggi; fiori bianchi; frutto rotondo; semi rotondeggianti, da bruno a rosso-giallo, con spigoli alternati, diritti, ondulati. Fiorisce da maggio a giugno. Cresce tra le messi (0-1000 m). Naturalizzata, subspontanea, anche coltivata, diffusa tramite le coltivazioni e a queste sfuggita.
Nell'antico Egitto si aggiungeva al vino per le supposte proprietà psicoattive e gli indovini facevano uso dei semi per scacciare i demoni selvaggi. Porfirio, nel III secolo d.C., presenta una preparazione per rilevare i segreti, composta da semi di coriandolo, zafferano, giusquiamo nero, semi di apio, oppio, succo di cicuta. Ricordiamo la ricetta di Agrippa per invocare gli spiriti. E' un ingrediente della ricetta del XVI secolo per radunare i demoni inferiori e di un'altra per evocare gli spiriti. In quest'ultimo caso, la miscela da fumigare era composta da giusquiamo, radice o semi di finocchio, olibano, semi di coriandolo e corteccia di cassia. Si andava in una foresta oscura, dove si accendeva una candela nera. S'inalava poi il fumo della preparazione finché la candela non si spegneva all'improvviso. Allora compariva dall'oscurità lo spettro della notte. per cacciarlo, si doveva fumare asafetida (Ferula asa-foetida) e olibano.
In gran quantita potrebbe essere narcotica e anche allucinogena.
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