"Ci sono quattordici milioni di neri nel nostro grande paese, e questi neri compreranno dei dischi se questi dischi saranno incisi da uno dei loro, perché alla fine dei conti noi siamo i soli a saper cantare e interpretare correttamente dei pezzi di hot jazz"
Perry Bradford, compositore attivo, band leader, pianista e cantante, con un tocco di cantilena cittadina nel gergo che usava, attaccava bottoni ai funzionari delle case discografiche bianche e li tormentava, deciso a far uscire un disco con una delle sue canzoni interpretate da un cantante di colore. La persona che finalmente riuscì a persuadere fu Fred Hagar della Okeh Records, il quale, a quanto si diceva, aveva ricevuto lettere minatorie scritte da gruppi di pressione del nord e del Sud, che lo avvertivano che fare incidere delle ragazze di colore, avrebbe portato a un boicotaggio dei fonografi e dei dischi Okeh.
"Dio benedica il signor Hagar, perché, con tutte quelle minacce, ci voleva un uomo dai nervi saldi e con un bel fegato per liquidare quei gruppi influenti e prendere la storica decisione che doveva avere un'eco mondiale". Hagar scardinò la vecchia porta del pregiudizio per far entrare la prima ragazza di colore, Mamie Smith, perché si potesse spremere tutta nella gran tromba del fonografo, e potesse urlare con la sua voce robusta di contralto la canzone That Thing Called Love.
That thing called love - money cannot buy,
That thing called love - will male you weep and cry.
Sometimes you're sad - romantic and glad,
The most wonderfull thrill - you ever had ...
(Quella cosa che si chiama amore - e che il denaro non può comprare / Quella cosa che si chiama amore - ti farà piangere e sospirare / A volte sei triste - sei romantico o allegro / E' l'emozione più bella - che hai avuto mai...)
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