In seguito a un attentato, Londra resta al buio. L'autore dell'atto di sabotaggio è Verloc, un individuo dall'aspetto apparentemente bonario, che dirige una piccola sala cinematografica, a copertura della sua attività segreta. Verloc vive con la giovane moglie, Sylvia, e il fratellino di questa. Un giovane detective, Ted, fingendosi un fruttivendolo, sorveglia il cinema e, nel frattempo, non manca di fare la corte alla moglie di Verloc. Ben presto Verloc si accorge di essere spiato. Ma il sabotatore riceve l'ordine di compiere un nuovo attentato: questa volta l'obiettivo consiste nel piazzare una bomba nella metropolitana. Verloc confeziona il pacco contenente l'ordigno a tempo, e consegna il tutto all'ignaro fratellino di Sylvia perché lo recapiti dall'altra parte della città. Nel percorso del lungo tragitto, il ragazzo si attarda: la bomba esplode su di un bus. Il ragazzo resta ucciso. La donna, che già sospettava di Verloc, conosciuta la verità, uccide, pugnalandolo, il marito. La polizia arriva sul luogo del delitto per arrestare il sabotatore, ma la provvidenziale esplosione del cinema, opera di altri sabotatori, cancella le tracce dell'assassinio. Sylvia può rifarsi una vita insieme a Ted.
Sabotaggio è una libera trasposizione de L'agente segreto di Joseph Conrad, questa pellicola appartiene al cosiddetto periodo inglese (1936-1939) quando il Maestro lavorava negli studi di Londra. La storia è molto ben congegnata, i personaggi sono ambigui e tenebrosi quanto basta per rendere l'atmosfera del film amara e imprevedibile. Sicuramente Oskar Homolka è l'attore che meglio si cala nel ruolo assegnatogli dal regista, interpretando un cattivo che si mimetizza fra la folla, fingendosi un cittadino qualunque, rispettabile e flemmatico, uno che potrebbe essere il tuo vicino di casa e di cui non sospetteresti mai niente di strano... per queste sue caratteristiche ogni suo gesto, anche il più insignificante, crea nell'animo dello spettatore, una tensione continua. Sebbene Hitchcock non fosse entusiasta di questo film, ne va riconosciuta l'importanza quantomeno sul piano dei limiti cinematografici che riesce a infrangere. Nello specifico, si parla di un cinismo nei confronti dei personaggi che raramente (o addirittura mai) si era visto fino a quel momento su pellicola: fra le altre cose in questa storia c'è un uomo che uccide un bambino facendolo saltare in aria, una moglie che accoltella un marito a sangue freddo e l'occultamento, nel finale, di un cadavere con conseguente rimozione della verità, con tanto di benestare della polizia. Insomma, il regista lo riteneva un disastro proprio per le ragioni che, in realtà, ne fanno un'opera in un certo modo rivoluzionaria e destabilizzante: da questo punto in avanti, per la drammatizzazione cinematografica si aprono nuove frontiere della crudeltà.
"La differenza tra "suspense" e "sorpresa" è molto semplice. (...) Noi stiamo parlando; c'è forse una bomba sotto questo tavolo e la nostra conversazione è molto normale, non accade niente di speciale e tutto ad un tratto... boom! Esplode la bomba. Il pubblico è sorpreso, ma prima che lo diventi gli è stata mostrata una scena assolutamente normale, priva d'interesse. Ora veniamo alla suspense. La bomba è sotto il tavolo e il pubblico lo sa (...) sa che l'ordigno esploderà all'una e sa che è l'una meno un quarto (...); la stessa conversazione insignificante diventa tutta ad un tratto molto interessante perché il pubblico partecipa alla scena. (...) Nel primo caso abbiamo offerto al pubblico 15 secondi di sorpresa... Nel secondo caso gli offriamo 15 minuti di suspense! Una scena di suspense, tuttavia, ha di solito un esito positivo per l'eroe: la bomba non esplode oppure lui si salva. Lo spettatore vive un'eccitante tensione nell'intima fiducia che tutto si concluderà bene: ed è proprio questo che non succede in Sabotaggio". (Alfred Hitchcock)
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